Gli influencer e i VIP usati come “ami” social per le truffe

In passato abbiamo parlato di deepfake, ma su Facebook e X pullulano contenuti (anche sponsorizzati) che imitano portali di informazione e rimandano a investimenti in criptovalute

19/02/2024 di Enzo Boldi

Se da una parte ci sono “influencer furbetti” che non dichiarano la natura commerciale dei loro contenuti social, dall’altra ci sono i truffatori – altrettanto “furbetti” – che utilizzano volti noti sulle piattaforme (che siano content creator o VIP poco cambia) per attirare l’attenzione dell’utente/lettore nel tentativo di frodarlo. Sempre più spesso, scorrendo lungo i feed algoritmici di Facebook e X, capita di imbattersi in post – con link e immagine – con titoli acchiappaclick e in cui si fa riferimento ad accadimenti “eccezionali”. E lo fanno utilizzando una strategia, il cosiddetto “Brand Phishing“, che ha come obiettivo quello di far crescere l’affidabilità di quel contenuto. Ma, in realtà, si tratta di vere e proprie truffe social.

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Per capire di cosa stiamo parlando. Nei giorni in cui il caso Ferragni-Balocco stava diventando sempre più di dominio pubblico (comprese tutte le altre indagini pertinenti alle attività commerciali legate all’imprenditrice digitale), su Facebook e su X pullulavano contenuti sponsorizzati di questo tipo.

Nell’immagine, si vede il volto di Chiara Ferragni e quel titolo «Non si è accorta che il suo microfono era acceso», accompagnato dal testo di un post che mira ad attirare l’attenzione dell’utente. Come si può vedere, nell’immagine viene riportato il logo di RaiNews24.

Truffe social utilizzando VIP e influencer

Un altro caso analogo è stato riscontrato su Facebook, con un link che rimanda a una versione-clone (questo, di fatto, è il brand phishing) del quotidiano online La Repubblica.

Come spiegato dal portale online Decripto, solo apparentemente si tratta di un articolo de La Repubblica. In realtà, l’url della pagina è diverso rispetto a quello del quotidiano di Largo Fochetti e già questo dovrebbe allarmare l’utente. Inoltre, una volta all’interno del finto articolo, il titolo cambia e diventa ancor più “accattivante”: «La banca d’Italia cita in giudizio Chiara Ferragni per le sue dichiarazioni in diretta televisiva». L’articolo parte dalla partecipazione, reale, di Chiara Ferragni alla trasmissione “E poi c’è Cattelan” del 2018. Ma il reale scopo di questo “amo” è invitare l’utente a premere su un link che rimanda a un sito truffa che si occupa di investimenti (truffa) in criptovalute.

Le altre frodi

Una strategia analoga, come detto, ha visto “coinvolti” anche altri volti noti. Dentro e fuori dalle piattaforme social. Basti pensare (sempre su Facebook e X, su quest’ultimo spesso da account con la “spunta blu”) alla crescita esponenziale di post sponsorizzati utilizzando il nome di Paola Cortellesi dopo il successo del suo primo film da regista (e attrice protagonista) “C’è ancora domani”. Le dinamiche sono sempre le stesse: annunci di dichiarazioni incredibili e rimando a pagine-cloni di importanti quotidiani italiani. In realtà, si tratta di link a siti truffa che invitano l’utente a investire in criptovalute. Stesso discorso vale per tutti quei post simili che vedono come “protagonisti” (a loro insaputa) Alessia Marcuzzi, Ilary Blasi, Elisabetta Canalis, Virginia Raffaele e Fabrizio Corona.

Un modus operandi che ricorda quello di cui parlammo alcuni anni fa, con “protagonista” lo chef Antonino Cannavacciuolo e una finta pagina de La Repubblica.

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