Travaglio difende Di Maio e dà dei «gonzi» agli italiani

30/11/2018 di Enzo Boldi

L’abuso edilizio (e il lavoro nero) è da denunciare pubblicamente solo se non è fatto da Luigi Di Maio. Sintetizzando il Travaglio-pensiero nell’editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano, emerge come il direttore del giornale se la prenda con le altre testate, definite «giornaloni» per aver dedicato prime pagine alle inchieste sul lavoro in nero nell’azienda di famiglia del leader del Movimento 5 Stelle e sulle accuse di abusivismo edilizio nei terreni di Mariglianella, sede dell’Ardima Srl. Una difesa strenua – e a tratti commovente – dei Cinque Stelle che vengono visti come il “Calimero piccolo e nero” che deve essere cacciato perché ha messo i bastoni tra le ruote ai poteri forti.

«Mentre i gonzi (persone stupide che si lasciano facilmente raggirare, ndr) vengono dirottati appresso a falsi obiettivi come il ritorno del fascismo, i contratti in casa Di Maio, le madamime in marcia a Torino, la proceduta di infrazione per un paio di decimali di deficit – scrive Travaglio sul Fatto Quotidiano -, chi bada al sodo sa dove guardare». Gli italiani che si sono giustamente indignati per la vicenda dell’azienda della famiglia Di Maio, sono quindi dei tontoloni che si fermano a guardare il dito mentre gli si indica la luna.

Gonzo è chi il gonzo fa

E Travaglio è uno che bada al (suo) sodo riportando in auge i suoi due obiettivi principali (oltre alla parentesi Giorgio Napolitano) degli ultimi anni. Si tratta di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi che, secondo il direttore del Fatto, sono pronti per la «Grande Ammucchiata» insieme alla Lega. Il disegno, secondo Travaglio è stato scritto martedì, quando l’ex segretario del Partito Democratico – in diretta sul proprio profilo Facebook – ha chiesto pubblicamente scusa a Silvio Berlusconi, invitando tutta la sinistra a cospargersi il capo di cenere per le accuse fatte al leader di Forza Italia nel corso degli anni.

La provocazione di Renzi fraintesa da Travaglio

Peccato che, anche un gonzo lo capirebbe, si sia trattato – in realtà – di un’evidente provocazione fatta da Renzi per esasperare un concetto: Matteo Salvini, da quando è al governo insieme al M5S, ha fatto passare una gran quantità di leggi per un proprio tornaconto personale. Le leggi ad personam, come fatto da Berlusconi in passato. Un suo pensiero iperbolico per enfatizzare e richiamare l’attenzione sul comportamento dell’attuale ministro dell’Interno.

(foto di copertina: Daniela Parra Saiani/Pacific Press via ZUMA Wire)

 

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