Travaglio e l’intervista a Giuseppe Conte: «La prima notizia è che esiste, la seconda che parla»

Se non si considera l’attacco spiritoso dell’intervista di Marco Travaglio al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui – con una battuta – dice «la prima notizia è che esiste, la seconda è che parla», il colloquio con il Fatto Quotidiano regala diversi spunti di riflessione sull’operato di questi primi mesi di esecutivo.

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Travaglio intervista Conte: «Il premier sono io e decido io»

Innanzitutto, la frase emblematica «il premier sono io e l’indirizzo politico devo darlo io» offerta a Travaglio in risposta alla sua domanda sull’esuberanza di alcuni suoi ministri, talvolta «incontinenti» nelle loro dichiarazioni. «Nella dialettica fisiologica – dichiara Giuseppe Conte – ogni tanto c’è qualche affermazione non appropriata. Ma preferisco risolvere la cosa a tu per tu». Ovvero, senza esternazioni pubbliche. Giuseppe Conte, in base a quanto riportato nell’intervista, non soffre le notizie sulla sua presunta scomparsa o subordinazione ad altri ministri come Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Anzi, a volte – in colloqui privati – li richiamerebbe all’ordine.

Travaglio intervista Conte, la vita privata

Ma Giuseppe Conte offre uno spaccato anche della sua vita privata. Parla del suo incontro con Beppe Grillo che gli avrebbe detto «Ah, tu sei quello normale», della sua conoscenza con Maria Elena Boschi fatta nel corso di una commissione giudicatrice a Firenze per l’accesso alle professioni legali, del fatto di essere credente, di non aver mai avuto la tessera di un partito, di non essere vicino all’Opus Dei, né di aver mai fatto parte della massoneria. Inoltre, ha dichiarato di aver votato per l’Ulivo di Romano Prodi, per i centristi e per il Pd fino al 2013, mentre alle ultime elezioni ha espresso il suo voto per il Movimento 5 Stelle. Il suo predecessore a cui si ispira è Aldo Moro. Guarda in tv partite di calcio, di tennis e film d’autore. Non pratica più sport perché si è rotto il menisco e il legamento crociato.

Travaglio intervista Conte, gli incontri internazionali e il curriculum

Giuseppe Conte ha parlato, confermando sostanzialmente la linea tenuta nelle sue uscite ufficiali, del G7 e del consiglio europeo nel quale ha rischiato di far saltare il banco sulla questione dei migranti. Afferma che il numero di 8000 posti di lavoro in meno è comparso all’ultimo momento e che, se lo avesse saputo in tempo, avrebbe dato un suo parere in merito. Difende il ministro dell’economia Giovanni Tria che, in questo momento, sta cercando di fare «il poliziotto cattivo» sulla tenuta dei conti pubblici.

Inoltre, il presidente del Consiglio ha frenato sulla riforma della legittima difesa, tema caldo delle ultime ore, affermando: «La riforma non va nella direzione che è sempre lecito sparare ai ladri. Sarebbe inaccettabile. Vogliamo solo risparmiare a chi spara davvero per difendersi il calvario dei vari gradi di giudizio. Inoltre, credo che possedere un’arma e tirarla fuori in certe circostanze aumenti addirittura i rischi».

Infine, Giuseppe Conte si è difeso sul tema del curriculum, affermando che tutto quello che è stato scritto è vero: «Le conferme dei vari atenei, dopo il polverone iniziale, si sono perse nel baccano quotidiano. Se non ho risposto subito è perché non avevo tra le mani le carte di quelle esperienze di aggiornamento. Tornando indietro, nel curriculum scriverei: Giuseppe Conte, avvocato. E adesso aggiungerei, presidente del Consiglio».

FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI

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