Totti attaccava le figurine dei laziali a testa in giù
21/09/2018 di Enzo Boldi

Quarantadue sfumature di Francesco Totti. L’ex capitano della Roma, a meno di una settimana dal suo compleanno, si è raccontato a Il Venerdì di Repubblica. Una lunga intervista nella quale lo storico numero 10 giallorosso ha parlato del suo passato da calciatore, dei rapporti di amicizia con altri giocatori e allenatori, della sua vita da dirigente e del rapporto conflittuale che aveva, fin da piccolo, con i colori biancocelesti dell’altra sponda calcistica della Capitale.
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«Incollavo le figurine dei laziali a testa in giù – spiega l’ex capitano giallorosso -. Erano le uniche in tutto l’album». Erano i tempi delle scuole ma, come è evidente, la poca tolleranza di Francesco Totti ai colori biancocelesti era già evidente. Poi, però, con il passare del tempo – specialmente dopo il giorno del suo addio al calcio e alla maglia della Roma – il rapporto con le tifoserie avversarie è cambiato.
Totti e il rapporto con i laziali
Il giorno del suo ritiro, con la grande festa dell’Olimpico al termine dell’ultima giornata del campionato 2016/2017 contro il Genoa, anche i tifosi della Lazio lo hanno omaggiato con uno striscione che recitava: «I nemici di una vita salutano Francesco Totti». Un gesto che non è passato inosservato. «Ci può esser sempre qualche cretino che insulta o fa la battutaccia – spiega il dirigente giallorosso a Il Venerdì di Repubblica -, ma quando li incontro per strada la maggior parte dei laziali sono sportivi».
Totti forse piaceva a tutti, ma non lo potevano dire
E da quando ha appeso gli scarpini al chiodo è migliorato anche il rapporto con altre tifoserie, da sempre ostili alla Roma e a colui che per una vita ha rappresentato quei colori sul campo. «Anche altri tifosi, se mi vedono in tribuna a Bergamo, Milano o Torino mi fanno i complimenti – racconta Totti -. E pensare che quando giocavano mi facevano a pezzi. Forse anche allora gli piacevo, ma non lo potevano dire».
(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)