Canada e Australia annunciano la propria rinuncia alle Olimpiadi

23/03/2020 di Enzo Boldi

Già a fine febbraio (era il 26 del mese scorso) il premier giapponese Shinzo Abe aveva aperto all’ipotesi di un rinvio dei Giochi di Tokyo 2020. Oggi questo concetto è stato ribadito, sottolineando come ci sia la possibilità di posticipare l’avvio delle Olimpiadi, ancora previsto per il 24 luglio (fino al 9 agosto). Mentre il Cio sta ancora valutando questa ipotesi, ci sono i primi Paesi che hanno deciso di comunicare e ufficializzare la propria assenza da Tokyo 2020 proprio per via della situazione di emergenza sanitaria e pandemia legata al Coronavirus.

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Il primo Paese a inviare comunicazione al Cio è stato il Canada: non saranno inviate squadre per partecipare alle Olimpiadi. Il motivo è semplice: oltre al problema di sicurezza sanitaria a livello globale, tutti gli atleti non hanno potuto svolgere una preparazione adeguata in questo periodo. Insomma, la questione è molto seria e se il Comitato Olimpico si è messo in una posizione attendista rimandando la decisione sul futuro dei Giochi giapponesi, i Paesi decidono di dire stop.

Tokyo 2020, Canada e Australia non parteciperanno

Perché se Brasile, Olanda e Norvegia hanno già annunciato di star valutando una soluzione come quella canadese, l’Australia ha già deciso di non inviare atleti olimpici e paralimpici per questi Giochi estivi. Ovviamente, qualora il Cio dovesse decidere di posticipare l’evento, si potrà tornare sui propri passi. Ma molti Comitati Olimpici Nazionali stanno chiedendo con forza un rinvio non di un mese, ma di un anno. Con Tokyo 2020 che diventerebbe Tokyo 2021.

Le parole si Shinzo Abe

«È difficile poter pensare di organizzare l’evento in questo contesto, dobbiamo prendere una decisione che includa un possibile rinvio, dando la priorità alla salute degli atleti», ha detto il premier nipponico Shinzo Abe. Il governo giapponese sta provando a lavorare per un rinvio, in attesa della decisione del Cio. Ma non si vorrebbe rimandare il tutto all’estate 2021.

(foto di copertina: da Pixabay)

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