Feltri su Libero parlando della bimba di Palermo: “Quando il cellulare è più pericoloso di un’arma da fuoco”
Commentando quanto successo alla piccola di Palermo Feltri fa un titolone totalmente inadeguato
24/01/2021 di Ilaria Roncone
Libero non perde mai – ma proprio mai – l’occasione per fare titoli fuori luogo. Stavolta al centro dell’editoriale di Vittorio Feltri c’è la questione della bambina di Palermo morta per asfissia due giorni fa. Gli organi della piccola sono stati donati per salvare altri bambini e sulla faccenda sta indagando la polizia. Tutto quello che è trapelato da fonti investigative – almeno fino ad ora – è che al cellulare della ragazzina non c’è ancora stato modo di accedere quindi quel presunto legame della sua morte con una challenge di TikTok non trova conferma in nessun modo. Questo non ha impedito a buona parte della stampa italiana di fare titoloni in cui si accusano i social. Il titolo Feltri bambina Palermo, ovviamente, è tra i “migliori”.
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L’inadeguatezza del titolo Feltri bambina Palermo
C’è anche di meglio pic.twitter.com/va4RfxIZU2
— Fabio Chiusi (@fabiochiusi) January 24, 2021
Vittorio Feltri ha ben pensato di dedicare l’editoriale di Libero della giornata di oggi agli smartphone e ai social, demonizzando a tal punto la questione da arrivare a dire che un cellulare è più pericoloso di un’arma da fuoco. «I social network sono sotto accusa perché l’eccesso di libertà di cui godono porta inevitabilmente alla diffusione anche e soprattutto del male»: questa la prima riga del pezzo in questione, articolo che nemmeno si esaurisce in prima pagina ma prosegue dentro il quotidiano.
«La bimba che si è strozzata per giocare seguendo le regole di TikTok»
Feltri non si risparmia i giudizi sulla pericolosità dei social e di chi li usa, raccontando anche delle sciocchezze che ha fatto da giovane. Il focus, in particolare, è sul cellulare e sull’attenzione che bisogna prestare quando e se lo si regala a un preadolescente – discorso anche condivisibile -. Il presupposto, però, è errato e sfruttato per fare un titolone basato sul nulla finché non si saprà cosa sia davvero successo alla piccola.