TikTok sta sperimentando video da 60 minuti
All'inizio, il social ospitava contenuti da 15 secondi. Con il passare del tempo, questo limite è stato aumentato. E non di poco.
17/05/2024 di Enzo Boldi
Era nato come il social dei video brevi e verticali. Questa seconda caratteristica è rimasta inalterata nel tempo, ma non quella legata alla durata massima dei contenuti pubblicabili. E oggi, nel perenne inseguimento al modello YouTube, TikTok ha dato il via libera alla sperimentazione di video di 60 minuti. E pensare che si era partiti dai brevissimi 15 secondi, per poi passare – lentamente – a filmati sempre più lunghi. Ovviamente, questo test non è aperto a tutti, ma solo a una piccola platea che ha ricevuto una comunicazione ad hoc nei giorni scorsi. Sta di fatto che questa mossa – così come il contestato concorso a premi (ora sospeso) per il lancio in Europa della versione “lite” della piattaforma – rischia di acuire la dipendenza dal piccolo schermo e dai social. E il tanto contestato effetto “Rabbit hole“.
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La notizia era iniziata a circolar nei giorni scorsi ed era stata già confermata da alcuni utenti che avevano condivido sui propri canali social la notifica ricevuta direttamente da TikTok.
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Caricamenti fino a 60 minuti che sembrano essere il tentativo di entrare – ancor di più – in concorrenza con YouTube più che con le altre piattaforma social. Infatti, l’obiettivo sembra quello di convincere i creator che pubblicano su YouTube a pubblicare quegli stessi video lunghi anche su TikTok, in modo tale da spostare parte del pubblico sulla piattaforma.
TikTok video 60 minuti, la sperimentazione in corso
Queste indiscrezioni sono state confermate a TechCrunch dalla stessa piattaforma, sottolineando come si tratti di una fase di sperimentazione riservata a pochi e selezionati utenti. Quindi, non c’è una data ufficiale per l’allargamento di questi confini temporali a tutti gli utenti e non è neanche scontato che questo test si concluda con un esito positivo. E, sullo sfondo, ci sono anche le legislazioni. In particolare, quella europea.
Come abbiamo già raccontato – e sottolineato anche oggi con l’apertura di una procedura formale di investigazione nei confronti di Instagram e Facebook -, dinamiche di questo tipo potrebbero avere degli effetti (peggiorativi) sul cosiddetto effetto “rabbit hole”. Quella tana del coniglio che diventa il rifugio (digitale) dei minori assuefatti da una dipendenza dai social. Un aspetto già contestato, alla fine di febbraio, dalla Commissione Europea nei confronti di TikTok. In attesa di una decisione finale, appare evidente che prolungare la durate dei video potrebbe rendere ancor più evidente questo problema che ha riflessi – inevitabili – sulla salute mentale dei minori.