TikTok ha perso il ricorso contro l’UE sulla definizione di “gatekeeper”

La piattaforma si era rivolta alla Corte di Giustizia per chiedere di non dover rientrare tra quelle per cui i paletti del Digital Markets Act sono più stringenti

14/02/2024 di Enzo Boldi

Mentre c’è grande attenzione sui comportamenti che le piattaforme digitali e i social network adotteranno per evitare ingerenze elettorali in vista delle Europee e delle Presidenziali USA, nel Vecchio Continente è andato in scena l’ennesimo passo della diatriba tra TikTok e la Commissione in merito alla designazione della piattaforma come “gatekeeper” ai sensi del Digital Markets Act. Dopo il ricorso presentato da ByteDance qualche mese fa, per l’azienda è arrivata una doccia fredda da parte del Tribunale UE che ha respinto l’istanza.

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Nel novembre scorso, ByteDance aveva annunciato la presentazione del ricorso. Secondo l’azienda che sviluppa e gestisce la piattaforma social, inserire il loro prodotto all’interno dei cosiddetti gatekeeper (ovvero quelle identificate come grandi piattaforme – per numero di utenti mensilmente attivi – che erogano servizi digitali all’interno del SEE, lo Spazio Economico Europeo) rappresentava un’ingiustizia. Di fatto, dunque, si era tentata la strada – come fatto anche da altri grandi attori del settore digitali – del ricorso per non dover sottostare alle regole più rigide previste dal Digital Markets Act.

TikTok gatekeeper, respinto il ricorso UE sul DMA

Secondo ByteDance, infatti, la piattaforma TikTok non ha le caratteristiche strutturali per essere designata come gatekeeper, a differenza di molte altre realtà molto più consolidate nel Vecchio Continente. All’interno del ricorso, infatti, l’azienda ha sintetizzato la contestazione in cinque punti:

  • TikTok non occupa una posizione ‘consolidata’
  • Nel mercato della pubblicità digitale, TikTok è un challenger non un attore consolidato
  • TikTok non soddisfa la soglia di ricavi nel SEE stabilita dal DMA
  • TikTok non ha avuto l’opportunità di presentare le proprie prove
  • TikTok aderisce agli obblighi pertinenti (come il DSA)

Il giudice del Tribunale UE, però, ha respinto il ricorso presentato da TikTok e la richiesta di sospensione della designazione, sostenendo che «ByteDance non ha dimostrato che esista un rischio reale di divulgazione di informazioni riservate o che tale rischio darebbe luogo a un danno grave e irreparabile». Dunque, dal prossimo 1° marzo, la piattaforma dovrà rispettare i paletti più stringenti del DMA: dalla possibilità di accesso ai loro servizi da parte di aziende terze all0obbligo di richiedere il consenso per la pubblicità personalizzata, fino al pagamento delle multe in caso di violazione delle regole.

Chi, invece, ha vinto il ricorso

Se TikTok gatekeeper è diventato realtà, c’è anche chi è riuscito a vincere il ricorso contro questa designazione. La Commissione Europea, infatti, ha completato la sua valutazione in merito alle contestazioni mosse da Apple e Microsoft per quattro loro prodotti: da una parte il servizio di messaggistica iMessage, dall’altra il motore di ricerca online di Microsoft Bing, il browser Web Edge e il servizio di pubblicità online Microsoft Advertising. E, alla fine, avevano ragione i ricorrenti:

«Nella sua decisione del 5 settembre 2023 la Commissione ha ritenuto che le richieste di confutazione formulate da Apple e Microsoft meritassero un’analisi approfondita. A seguito di una valutazione approfondita di tutte le argomentazioni, tenendo conto dei contributi delle parti interessate, e dopo aver ascoltato il comitato consultivo per i mercati digitali, la Commissione ha constatato che iMessage, Bing, Edge e Microsoft Advertising non si qualificano come servizi gatekeeper». 

A differenza di TikTok, iMessagge, Bing, Edge e Microsoft Advertising non sono più inserite all’interno dell’elenco delle piattaforme (e servizi) che dovranno rispettare i paletti più stringenti del DMA. Almeno per il momento.

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