Quale futuro per i content creator americani e gli inserzionisti di TikTok?
Molti utenti, con un grande seguito, stanno invitando i followers a seguirli su altre piattaforme. E c'è fermento anche per quel che riguarda le aziende di marketing e pubblicità
09/12/2024 di Redazione Giornalettismo
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La sentenza della Corte d’Appello del Distretto della Columbia ha creato un vero e proprio subbuglio nel mondo di content creator americani. L’idea che TikTok possa essere bannato negli USA a partire dal 19 gennaio del 2025 (al netto di alcuni interventi che potrebbero spostare più in là questa data di “scadenza”, come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento) ha spinto moltissimi utenti americani – soprattutto chi ha un discreto numero di followers – a invitare tutti a seguirli anche sulle altre piattaforme social. E sullo sfondo c’è anche la reazione del mondo degli inserzionisti, la vera anima pulsante che permette alla piattaforma la propria sussistenza.
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Gli ultimi dati, citati anche nella sentenza della Corte d’Appello americana, parlano di oltre 170 milioni di utenti attivi su TikTok nei soli Stati Uniti. Dunque, l’imminente ban che – stando a quanto indicato anche nel parere dei giudici – partirà dal prossimo 19 gennaio, avrebbe dei riflessi su moltissime persone. Anche chi, attraverso il proprio lavoro di content creator, ha trasformato le potenzialità di questo social in una vera e propria fonte di guadagno. Non è un caso, dunque, che ci sia molta preoccupazione.
TikTok bannato negli USA? Le reazioni dei content creator
Come riporta l’agenzia britannica Reuters, moltissimi content creator hanno inviato i followers a seguirli anche su altre piattaforme. Ovviamente, le più gettonate sono YouTube (la preferita per quel che riguarda le revenues) e Instagram. Dunque, si cercano alternative. Anzi, nella maggior parte dei casi si cerca di spostare il pubblico altrove per evitare che il ban di TikTok negli Stati Uniti possa portare a conseguenze (anche economiche) molto pesanti per chi crea contenuti sui social network. Perché, di fatto, quel che un tempo avevano fatto Facebook e poi Instagram – ovvero creare vere e proprie professioni digitali legate a doppio filo al mondo delle piattaforme social – è diventato ancor più diffuso grazie all’avvento di TikTok.
E gli inserzionisti?
Ma oltre ai content creator, ci sono anche altre realtà che potrebbero pagare a caro prezzo un TikTok bannato negli USA. Parliamo, per esempio, degli inserzionisti. Aziende e società di marketing che vendono spazi pubblicitari sui social ai content creator o ne acquistano per pubblicizzare i prodotti. Per il momento, la situazione tende – apparentemente – alla calma piatta. Ma, anche in questo caso, il mercato è in subbuglio. Perché parliamo di miliardi di dollari che ogni anno vengono investiti sulla piattaforma, nella speranza di un ritorno economico – attraverso la vendita di prodotti e servizi – di tipo pubblicitario.
Nessuna fuga anticipata, per ora, ma la consapevolezza che nei prossimi 40 giorni potrebbe non cambiare nulla e TikTok potrebbe non essere più funzionante negli Stati Uniti. Secondo le ultime stime, infatti, quest’anno il valore delle inserzioni sulla piattaforma di ByteDance supererà i 12,3 miliardi di dollari. Solamente negli Stati Uniti. Cosa accadrebbe se dal prossimo 19 gennaio sparisse la possibilità di accedere a TikTok negli USA? Probabilmente, sarebbe incrementata la quota di mercato che gli inserzionisti investirebbero su Meta (Instagram e Facebook). Ma anche su YouTube.