Theresa May ce l’ha fatta, di nuovo

Westminster ha deciso: Theresa May resta a capo del governo. La mozione di sfiducia presentata da Jeremy Corbyn è stata respinta con 325 no, contro 306 sì.

Theresa May ha dichiarato di «non prendere questa responsabilità con leggerezza» e invita i deputati a cominciare già da questa sera gli incontri individuali per un stilare nuovo accordo, dopo la sonora bocciatura di ieri sera. «Sono pronta a lavorare con ogni membro di questa Camera per arrivare alla Brexit» ha dichiarato il primo ministro di fronte alla Camera, ribadendo l’intenzione di «tenere fede alla promessa fatta» agli inglesi che il 23 giugno 2017 hanno votato per l’uscita dall’Unione Europea. «L’approccio del governo – ha continuato Theresa May –  è di tenere questi incontri in uno spirito costruttivo e invito gli altri a fare la stessa cosa, ma dobbiamo trovare soluzioni che siano negoziabili e che abbiano il sostegno sufficiente in questa Camera».

Il leader dei laburisti Jeremy Corbyn, autore della mozione di sfiducia contro Theresa May era visibilmente scontento del risultato, e ha detto di non avere intenzione di avviare colloqui con la premier «se non rimuoverà chiaramente ed una volta per tutte» l’opzione di una Brexit «senza accordo».

«Profondamente deluso» anche il sindaco di Londra, il laburista Sadiq Khan che su Twitter si dice amareggiato dal fatto che «i deputati conservatori abbiano messo l’interesse politico al di sopra dell’interesse nazionale».«Il governo deve ritirare immediatamente l’articolo 50 – ha ribadito – Se non possiamo avere le elezioni, allora il popolo britannico deve avere l’ultima parola, con l’opzione di restare nella Ue».

Theresa May resta a capo del governo, ora il via alle nuove consultazioni

Dopo la sconfitta più pesante della storia del Parlamento inglese di ieri sera, Theresa May si tiene stretta la sua poltrona. Dopo aver superato la mozione di sfiducia presentata dai suoi compagni del partito conservatore, oggi ha superato anche quella presentata dall’opposizione. Il sogno di Jeremy Corbyn di tornare alle elezioni generali dovrà aspettare. Adesso bisogna concentrarsi sul nuovo accordo da negoziare con l’Unione Europea per il divorzio più complesso che si sia mai visto.

Il terrore che probabilmente ha portato la Camera ha sostenere ancora una volta Theresa May è il No-deal, ovvero l’uscita dall’Unione Europea senza accordo. Un’ipotesi catastrofica, che avrebbe ripercussioni pesanti sia sull’economia interna che sulle relazioni commerciali con gli altri paesi.

Restano però ancora molti nodi da chiarire: in primis la questione Irlandese. L’ipotesi Backstop, nonostante l’intenzione sia di Theresa sia della Ue di non mantenerla come soluzione permanente, spaventa ancora il Dup e i Brexiters della prima ora. Lunedì 18 gennaio Theresa May dovrà presentare il piano B: emendamento presentato dal conservatore ed ex procuratore generale Dominic Grieve e approvato con 308 voti favorevoli e 297 contrari il 10 gennaio la obbligava a prepararsi alla bocciatura, avvenuta, del piano concordato con Bruxelles.

(Credit Image: © Tim Ireland/Xinhua via ZUMA Wire)

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