Il Mirror dice di non sapere nulla di Jacobs: «Sono stati i 100 metri di Google»

Il commento di Andy Dunn, una delle firme più prestigiose del tabloid britannico, minimizza rispetto alla vittoria italiana nella gara simbolo delle Olimpiadi

02/08/2021 di Gianmichele Laino

C’è ancora quel senso di rancore che, evidentemente, i britannici si portano dietro dal giorno della finale di Euro 2020. Se si aggiunge, poi, che l’atleta britannico Zharnel Hughes – qualificatosi anche lui per l’ultimo atto dei 100 metri piani di Tokyo 2020 – non ha partecipato a causa di una falsa partenza, ecco che il quadro si complica ancora di più. Il risultato è che il tabloid The Mirror – noto sempre per i suoi toni provocatori – ha commentato con un titolo veramente evitabile la finale dei 100 metri dei Giochi Olimpici: «I 100 metri di Google», volendo intendere che – per scoprire qualcosa sui finalisti – occorreva prima farsi un bel giro di navigazione sul motore di ricerca. Insomma, illustri sconosciuti i partecipanti, illustre sconosciuto il nostro Marcel Jacobs che ha vinto la medaglia d’oro.

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The Mirror su Jacobs e il titolo sui 100 metri di Google

Andy Dunn, l’autore del commento, è uno dei columnists più noti del Mirror. Il suo articolo è stato pubblicato sia nella versione cartacea, con il titolo provocatorio di cui sopra, sia online con un’apertura più morbida e incentrata sull’occasione persa dall’atleta britannico che si è autoescluso reagendo troppo presto, con una falsa partenza, al colpo dello start.

«”Non sapevo davvero nulla di lui”, ha detto del vincitore la medaglia d’argento americana Fred Kerley – si legge nell’articolo -. Non eri solo, Fred. La gente non sapeva se chiamarlo Marcell, Lamont o entrambi. E ad essere onesti, non è nemmeno che Fred Kerley sia un nome familiare. Quello è il problema. Nello sprint maschile in questo momento, i nomi familiari sono in pensione o contaminati. Niente Bolt, niente Christian Coleman, che sconta una squalifica per aver saltato tre test antidroga. E con l’uomo più veloce del mondo quest’anno, Trayvon Bomell, eliminato in semifinale, questo è stato un eventosenza la consueta polvere di stelle».

A dispetto della provocazione iniziale, in ogni caso, il finale è più tenero con Jacobs:  «Questo è un ragazzo che è passato alla velocità dal salto in lungo solo nel 2018. Quando produci il meglio della tua vita e un record europeo quando conta di più – nella stucchevole pressione di una finale olimpica – allora ti meriti il ​​tuo posto nella storia, insieme a Bolt. E che sia Lamont, Marcell o entrambi, il mondo ora conosce il tuo nome». Un salvataggio in calcio d’angolo, insomma.

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