La bufala del medagliere con gli Stati Uniti d’Europa postata da +Europa

Il peso delle medaglie di una delegazione Paneuropea sarebbe sicuramente inferiore rispetto a quello della somma dei singoli Paesi membri

30/07/2021 di Gianmichele Laino

I valori di unità e di comunità a livello europeo sono sicuramente la base del progetto politico di PiùEuropa. Ma quando questi valori cercano una declinazione all’interno di eventi sportivi, bisogna sempre stare attenti a come si affrontano. Il partito che ha recentemente riaccolto tra le proprie fila la fondatrice Emma Bonino, infatti, ha pubblicato sui social network un ipotetico medagliere di Tokyo 2020, aggiornato come se a partecipare ci fosse stata una fantomatica delegazione denominata Stati Uniti d’Europa. Il risultato, dopo meno di una settimana di gare, sarebbe stato quello di 23 medaglie d’oro, 36 medaglie d’argento e 37 medaglie di bronzo. A queste cifre si è arrivati con la semplice somma aritmetica delle medaglie conquistate dagli atleti degli stati membri dell’Unione Europea.

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Medagliere con UE postato da PiùEuropa, ma non funziona così

Ma non funziona così. Il post, ovviamente, punta a esaltare l’unità europea, tuttavia alcuni elementi non sono stati affatto presi in considerazione.

Di sicuro, gli stati membri dell’Unione Europea, al momento, hanno un numero di posti riservati alle loro delegazioni relativi al numero di discipline e al numero di qualificati per ciascuna federazione. Ad esempio, l’Italia ha 384 atleti che stanno partecipando ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Basterebbe, insomma, che Italia, Spagna, Francia e Germania si unissero per avere il doppio di atleti della delegazione, ad esempio, degli Stati Uniti o della Cina, storicamente tra quelle più numerose (gli USA hanno 613 atleti, la Cina ne ha 431).

Va da sé che una distribuzione di questo tipo sarebbe impossibile. Una delegazione dell’Unione Europea avrebbe un numero inferiore di atleti rispetto a quello derivante dalla somma delle delegazioni di tutti gli stati membri. Di conseguenza, la partecipazione alle singole discipline sarebbe più limitata e, quindi, la probabilità di vittoria di medaglie sarebbe inferiore: alle Olimpiadi si dovrebbero presentare con un’unica federazione che, a quel punto, andrebbe a scegliere solo il migliore (o i migliori) atleti per ciascuna disciplina. Esempio banale. Prendiamo il podio della gara su strada di ciclismo femminile: l’oro è andato a un’atleta austriaca, l’argento a un’atleta olandese, il bronzo a una italiana. Questo risultato sarebbe stato praticamente impossibile da replicare con una squadra UE dove, al massimo, potevano partecipare 4 atlete (scelte, ovviamente, tra le più forti in questa disciplina) che a quel punto avrebbero dovuto lavorare in team per difendersi dagli attacchi delle altre nazioni.

Ma poi: come la mettiamo con gli sport di squadra? Ci sarebbero sicuramente meno possibilità, per una selezione europea, di avere un posto nelle finali per le medaglie. Insomma, la proporzione proposta da +Europa non può trovare un riscontro nella realtà. E utilizzare questo argomento per la propaganda europeista è sbagliato, oltre che potenzialmente dannoso.

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