La memoria social e la propaganda politica: il caso Bellanova e il gasdotto Tap a San Foca
Oggi ammira e trasmette dalla spiaggia mostrando come i "pericoli" di deturpazione del paesaggio fossero dei «deliri». Ma nel 2013 era lei stessa a sostenere questa tesi
07/09/2022 di Enzo Boldi
Prima le dichiarazioni del passato, poi la memoria della rete (che all’epoca attinse da quelle parole) che da spazio a quella degli utenti sui social. Nell’era in cui tutto ciò che viene detto viene ripreso dalle varie piattaforme, i politici dovrebbero essere più attenti a etichettare come «deliri» alcune prese di posizione. Perché poi, andando a scavare, ecco che si palesano pessime figure. Come nel caso dell’ex Ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova. Oggi esalta il gasdotto Tap a San Foca, a Marina di Melendugno (in Puglia), ma durante la campagna elettorale per le Politiche del 2013 sosteneva che questo progetto dovesse essere completato altrove per salvaguardare paesaggio ed ecosistema.
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Oggi la stessa Teresa Bellanova ha effettuato un collegamento (riproposto anche sulla sua pagina Facebook) con TgNorba24 proprio dalla spiaggia di Marina di Melendugno. Da lì ha esaltato il gasdotto Tap, anticipando il tutto con la condivisione – via Twitter – delle immagini dello specchio d’acqua intonso, nonostante la presenza della struttura che serve a portare il gas dall’Azerbaijan all’Italia.
Questo è il mare di Melendugno, da cui passa il gasdotto TAP. Nei deliri di chi lo contrastava, avrebbe dovuto deturpare il paesaggio. Vi sembra deturpato? #TerzoPolo #italiasulserio pic.twitter.com/DmaHGRwC4w
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) September 7, 2022
«Nei deliri di chi lo contrastava, avrebbe dovuto deturpare il paesaggio. Vi sembra deturpato?». La risposta a questo interrogativo la lasciamo ai lettori che nel corso degli anni hanno avuto una propria idea sul gasdotto TAP a San Foca.
Teresa Bellanova, i social ricordano il passato “No Tap” a San Foca
Noi, invece, ci limitiamo a ricordare cosa diceva la stessa Teresa Bellanova nel 2013. Proprio su quello che, all’epoca dei fatti, era ancora un progetto che aveva ricevuto forti critiche proprio per via dell’effetto sull’ecosistema che sarebbe stato violato a largo di San Foca. Era il 19 febbraio, pochi giorni prima del voto per le Politiche per rinnovare il Parlamento e formare un nuovo governo. E la stessa allora deputata del Partito Democratico, come riportato all’epoca dei fatti da LeccePrima e da altri organi di informazione, parlava così:
«Fatta salva, quindi, l’utilità dell’opera, ritengo che la scelta dell’approdo a San Foca sia assolutamente da rivedere. Già troppo spesso in passato è stato sottovalutato l’impatto della mano dell’uomo sui delicati equilibri che la natura ha impiegato milioni di anni per costruire. Di quelle sottovalutazioni sono già stati pagati cari prezzi e ancor di più rischiamo di doverne pagare, noi e soprattutto chi verrà dopo di noi».
Parole pronunciate e immortalate (e ora messe in evidenza dalla memoria dei social, del web e degli organi di informazione). Evidentemente, con il passare del tempo, la senatrice di Italia Viva avrà cambiato idea. Legittimo, ma almeno sarebbe corretto non usare parole come «deliri» quando si parla di proteste del passato. Di quello stesso passato in cui, sempre in passato, ci si rispecchiava.