Perché i media spagnoli hanno chiesto (e ottenuto) il blocco di Telegram

Atresmedia, Movistar, Egeda e Mediaset sostengono che sulla popolare app di messaggistica istantanea proliferassero link per violare il diritto d'autore

25/03/2024 di Enzo Boldi

Da oggi, lunedì 25 marzo 2024, Telegram non funzionerà più in Spagna. Almeno temporaneamente. La popolare app di messaggistica istantanea – utilizzata, secondo le ultime stime, dal 19% dei cittadini spagnoli – non potrà più operare sul suolo iberico dopo la decisione presa dal giudice Santiago Pedraz in seguito alle molteplici reclami avanzati da almeno quattro grandi gruppi di media audio-visivi nei confronti della piattaforma. Si parla di pirateria e di violazione delle leggi sul copyright. Soprattutto quello legato ai diritti di trasmissione di film, serie tv e partite di calcio (e altri sport).

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A muovere le fila dei reclami sono stati quattro grandi gruppi di media audio-visivi: dall’EGEDA (Società di Servizi di Produttori Audiovisivi) ad Atresmedia e Movistar, fino ad arrivare a Mediaset. Reclami che sono partiti diversi mesi fa, con azioni singole che hanno sollevato l’attenzione dell’Alta Corte di Giustizia spagnola che – vista la mancata risposta da parte di Telegram – ha disposto (facendo riferimento all’articolo 141 della Ley de Protección Intelectual) il blocco temporaneo della piattaforma di messaggistica istantanea. Mentre proseguono le indagini.

Telegram in Spagna, la denuncia dei media e il blocco

Torniamo, però, al punto di partenza: come si è arrivati al blocco di Telegram in Spagna? I quattro gruppi che hanno denunciato la piattaforma, hanno più volte sottolineato come l’app di messaggistica istantanea fosse utilizzata come veicolo per la “distribuzione” di link a portali in cui venivano (e vengono) trasmessi film, serie tv e partite in diretta. Insomma, la piraterie di contenuti media audio-visivi. Reclami che hanno portato il tema all’attenzione della magistratura. Secondo chi ha denunciato Telegram, il fatto che in Spagna la piattaforma sia utilizzata da oltre 8 milioni di cittadini, acuirebbe ancor di più la possibilità di trasmettere sempre a più persone contenuti protetti da diritto d’autore.

Da qui, la decisione del blocco come misura cautelare e con le indagini che dovrebbero protrarsi fino alla fine del mese di settembre. In attesa che Telegram decida di collaborare. Ma i vertici della piattaforma sono sempre stati restii a fornire i dati richiesti durante le indagini. Già in passato, proprio in Spagna, l’app venne denunciata per violazione del diritto d’autore sulle trasmissione audio-visivi a causa di alcuni canali Telegram che condividevano link per collegarsi a piattaforme IPTV dove assistere – illegalmente – alle partite della Liga Spagnola.

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