Quando un tatuaggio (rimosso) può cambiarti la vita: la storia dell’agente Arianna Virgolino

Premiata dal questore e dichiarata inidonea nello stesso giorno

14/08/2020 di Federico Pallone

Si chiama Arianna Virgolino, ha 31 anni, ed è un’agente della polizia di Stato. L’unica sua pecca? Aver (avuto) un tatuaggio – un cuore sul polso – che si era fatto incidere all’età di 18 anni. Prima di prendere servizio, Arianna ha provveduto a farlo eliminare, in quanto è impossibile entrare a far parte della polizia se si ha un tatuaggio sul corpo. In fase di preselezione erano ancora visibili i segni, perché un tatuaggio non si cancella dall’oggi al domani. E per lei è così arrivata la bocciatura.

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La particolarità della storia di Arianna Virgolino è che è stata dichiarata inidonea nello stesso giorno in cui è stata premiata dal questore, dopo che ha sventato una rissa a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi, in Lombardia. Era il 7 novembre 2019 quando il questore di Lodi decide di premiarla per il coraggio dimostrato nello sventare la rissa, pur non essendo in servizio. Ma nello stesso giorno è anche arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto la esclude dal servizio per colpa di quel vecchio tatuaggio.

«Sono pronta a presentarmi anche davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo e ho tempo fino a novembre per far ripartire il mio ricorso», ha detto Arianna Virgolino, 31 anni, che era in forza alla sottosezione di Guardamiglio (Lodi) della polizia stradale finché non è stata allontanata dalla polizia di Stato per un tatuaggio già rimosso, sulla base di una sentenza del Consiglio di Stato. «Le abbiamo provate tutte. Sarei disposta a rinunciare a ogni forma di risarcimento – ha concluso Virgolino, che nel 2019 fu anche riconosciuta con un encomio per meriti di lavoro fuori servizio – pur di tornare in polizia».

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