Cosa cambia per i cittadini dopo l’accordo su Autostrade
15/07/2020 di Enzo Boldi
Non sappiamo quando tutto questo accadrà, ma ci limitiamo ad un’analisi di quanto scritto nel comunicato di Palazzo Chigi in merito alla decisione – arrivata dopo un Consiglio dei Ministri durato tutta la notte – che ha portato a un accordo tra lo Stato e la holding Atlantia – della famiglia Benetton – sulla gestione delle Autostrade. Molti politici hanno rivendicato una presunta vittoria mettendo la propria bandierina sulla decisioni; altri hanno accusato il governo di aver ‘partorito un topolino’. L’aspetto principale, però, non è la rivendicazione politica ma i reali effetti sui cittadini. Si parla, per esempio, di tariffe autostradali più ridotte.
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Il comunicato di Palazzo Chigi, tra i tanti punti-chiave dell’accordo, inserisce questa voce: «Accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria». Questo concetto è stato sintetizzato da Giuseppe Conte sui social in questo modo: «Nostri i pedaggi, loro i profitti? Non più. Hanno accettato di riformulare il piano tariffario secondo le nuove indicazioni dell’autorità regolatoria (ART) e hanno accettato di riportare in equilibrio economico e giuridico la convenzione che appariva totalmente squilibrata a favore di Aspi, cosa questa che è all’origine delle difficoltà di questo negoziato».
Tariffe autostradali più basse dopo l’accordo?
Insomma, sembra proprio che si stia andando verso la riduzione delle tariffe autostradali e dei pedaggi che gli italiani devono pagare ai caselli ogni volta che affrontano un viaggio in autostrada. E il prezzo da pagare sarà deciso in base al tariffario indicato dall’ART (Autorità di regolazione dei trasporti) che quindi – essendo un’autorità amministrativa indipendente di garanzia – non dovrebbe avere interessi a gonfiare i prezzi dei pedaggi.
Tutto bello, ma quando?
I tempi non sono ancora stati definiti. Perché, scorrendo nel testo del resoconto del Consiglio dei Ministri, tutta l’operazione – cioè il subentro di CdP (Cassa depositi e prestiti) al 51% delle azioni, la rimozione dei rappresentanti di Atlantia dal Cda di Autostrade e il calo delle azioni della holding fino a sotto il 10% potrebbe impiegare diverso tempo. Insomma, non domani. E forse neanche dopodomani. Per il resto non ci sono effetti immediati sui cittadini, se non l’aver scongiurato lo spauracchio di una causa miliardaria con risarcimento ai Benetton per la cessazione forzosa degli accordi. Soldi che avremmo pagato di tasca nostra.
(foto di copertina: da Pixabay)