Il Consiglio di Stato dà il via libera ai rimborsi di massa per le ‘vittime’ delle tariffazioni a 28 giorni
05/02/2020 di Enzo Boldi
Il pronunciamento del Consiglio di Stato faciliterà la vita a tutti quei cittadini che ancora non hanno ricevuto il rimborso per quel tanto contestato passaggio – ritenuto non leale – alle tariffe 28 giorni. I giudici hanno, di fatto, respinto il ricorso presentato da Vodafone, sottolineando come le compagnie telefoniche che ancora non si sono impegnate nelle restituzioni di massa a procedere in questo senso. Alcuni operatori, infatti, avevano evaso restituzioni solamente per chi aveva fatto espressa richiesta tramite appositi moduli.
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Nel testo della sentenza del Consiglio di Stato, i giudici non usano parole tenere per definire l’atteggiamento delle compagnie telefoniche che, nel 2017, decisero in modo coatto di passare a tariffe 28 giorni al posto di quelle cadenzata dal normale scorrere del calendario mensile. Si parla di comportamento ritenuto «sleale» ed «eversivo». Per questo motivo, adesso, tutte le compagnie che non hanno già provveduto a direzionarsi in questo senso, saranno obbligate a rimborsi di massa.
Tariffe 28 giorni, via all’obbligo di restituzioni di massa
Il tutto era partito dalla richiesta dell’AgCom che chiedeva agli operatori di rendere obbligatorio verso tutti i clienti il rimborso dovuto. Alcune compagnie, però, si erano opposte a questo pronunciamento, emettendo restituzioni solamente all’indirizzo di quei clienti che avevano fatto espressa richiesta attraverso la compilazione delle modulistica presente sui loro siti ufficiali.
Il dato degli aventi diritto risarciti
Secondo quanto riportato da La Repubblica, meno del 5% degli aventi diritto ha ottenuto il risarcimento che gli spettava. Con questa sentenza, che dà ragione all’AgCom, ora tutte le compagnie telefoniche dovranno provvedere a stornare dalle prossime bollette (o rinnovi) il maltolto con quel passaggio coatto alle tariffe 28 giorni. Cifre che, sommate per i milioni di clienti in Italia, sono molto alte per le loro casse.
(foto di copertina: da commons Pxhere)