Il governo progetta un maxi taglio dell’Iva: il 10% in meno in diversi settori, ecco quali

Meno di un anno fa era lo spauracchio maggiore per la nostra economia: un aumento dell’Iva che avrebbe fatto impennare i prezzi e avrebbe senz’altro avviato una contrazione dei consumi. Poi, nel percorso di preparazione della legge di bilancio, il governo Conte 2 è stato in grado di sterilizzare l’aumento dell’Iva per i prossimi due anni. Adesso, all’indomani della crisi economica causata dal coronavirus, l’ipotesi sarebbe addirittura quella di un taglio Iva per fare in modo di rilanciare in maniera decisiva proprio quei consumi che, in questa fase, sono stati messi a dura prova dai tre mesi di lockdown.

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Taglio Iva, la proposta allo studio del governo

Si tratterà di una misura a tempo, come sembra emergere dalla riunione sugli Stati Generali che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha svolto a Villa Pamphili quasi ininterrottamente per due settimane, ma che avrà il compito di fare da volano alla ripresa economica. Una misura che potrebbe durare anche fino al 2022 e che, avendo un orizzonte di tempo limitato, potrebbe essere finanziata anche i deficit.

Taglio Iva, quanto risparmieranno i consumatori

La diminuzione sostanziale dell’Iva è stata già applicata in Germania, dove Angela Merkel ha ridotto l’imposta dal 1° luglio al 31 dicembre del 2020. Ma come funzionerà l’eventuale abbassamento dell’Iva da parte dell’apparato economico italiano? Innanzitutto, l’entità del taglio: 10 punti percentuali per i beni che, al momento, hanno una tassazione massima al 22%. Poi, l’orizzonte temporale, come si diceva. Il taglio potrebbe avvenire già nei prossimi mesi estivi o al massimo a partire dall’autunno per poter sfruttare il periodo di consumi a ridosso del periodo natalizio.

Taglio Iva, quali settori saranno interessati

Quali saranno poi i settori interessati dal taglio Iva? Quelli che in questi mesi sono stati più duramente colpiti dalle misure di lockdown: il turismo, la ristorazione, l’artigianato, l’abbigliamento e il settore dell’automobile. Insomma, una platea piuttosto ampia di utenza, che andrà a vantaggio sia degli imprenditori, sia dei consumatori. Il dibattito si avvierà in questi giorni, ma Giuseppe Conte – nonostante l’entità di una manovra di questo tipo che avrà bisogno, da sola, di 10 miliardi di euro – si è detto possibilista e anche dal ministero dell’Economia sembrano studiare la misura e lasciar intravedere qualche spiraglio.

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