Ora che il gip ha smontato l’inchiesta, che ce ne facciamo dei titoli sulla «strage per soldi»?

La svolta relativa agli indagati e i titoli di giornale nei giorni scorsi

31/05/2021 di Gianmichele Laino

Le notizie arrivate dal palazzo di giustizia di Verbania hanno praticamente sovvertito tutta la narrazione che i principali quotidiani italiani avevano fatto in questi giorni a proposito della strage Mottarone. La caduta della cabina della funivia, che ha provocato 14 vittime, è stata frutto sicuramente di un’operazione illecita – come quella del blocco dei freni -, ma le responsabilità sono ancora da accertare, così come le cause che hanno portato i soggetti coinvolti a eseguire quell’atto che, successivamente, ha provocato il disastro.

LEGGI ANCHE > La stampa italiana (soprattutto di destra) e la retorica della «strage delle riaperture»

Strage Mottarone, i giornali stravolgono la narrazione dopo le decisioni del gip

Dei tre indagati, al momento, Gabriele Tadini è l’unico agli arresti domiciliari. Gli altri due, Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, sono stati rilasciati. Il tutto dopo l’intervento del gip di Verbania, Donatella Banci Buonamici, che ha smontato punto per punto gli elementi più piccanti dell’inchiesta dei pm. Proprio questa inchiesta era stata seguita pedissequamente dalla maggior parte dei giornali italiani che, in questi giorni, si sono prodotti in veri e propri esercizi stilistici per trovare il titolo peggiore da dare alla vicenda.

C’è chi ha parlato di indagati che «hanno tolto i freni per soldi», c’è chi ha parlato di «strage dell’avidità», chi di «morti per denaro». Qualcuno è arrivato persino a quantificare la cifra per la quale gli indagati avrebbero rimosso il blocco ai freni: 12.600 euro. Tutto smentito, al momento, dalla ricostruzione del gip, che non solo ha rilasciato due indagati (e ha mandato ai domiciliari uno di loro che, tra le altre cose, si è mostrato consapevole delle proprie responsabilità, assumendosele), ma ha anche anticipato che potrebbero non essere le uniche persone iscritte nel registro man mano che l’inchiesta andrà avanti.

Sin dal primo giorno – con l’enfasi posta sulla “strage delle riaperture” – si è deciso di insistere eccessivamente su un contesto che, come dimostrato poi dalle decisioni del gip, non era propriamente quello della tragedia. Si è trattato di un riflesso impulsivo degli organi di informazione, che non hanno esitato ad accostare la ripresa delle attività turistiche (e le tante sofferenze del settore) a quanto accaduto al Mottarone. Avevamo già stabilito come questo accostamento non fosse decisamente opportuno. Ma nei giorni successivi si è assistito a una vera e propria escalation da questo punto di vista, fatta di ipotesi, di piste investigative seguite e poi abbandonate, di eccessiva esposizione degli indagati. Oggi è il giorno della retromarcia, quando – come al solito – la narrazione predominante e diffusa sembra ormai incorreggibile agli occhi dell’opinione pubblica.

Share this article