Stop feste in casa, Speranza punta sulle segnalazioni dei cittadini

Ma la questione è più complessa ed è in attesa di una revisione nella giornata di oggi

12/10/2020 di Redazione

C’è un provvedimento allo studio del governo, nell’ambito della nuova stretta contro il coronavirus, che sta facendo molto discutere: quello dello stop feste in casa per evitare la diffusione del contagio. Il ministro della Salute Roberto Speranza ne ha parlato ieri sera nel corso di Che Tempo Che Fa, fornendo una risposta che è diventata immediatamente virale sui social network a una precisa domanda di Fabio Fazio.

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Stop feste in casa, la risposta di Speranza che fa discutere

Il conduttore di Che Tempo Che Fa ha chiesto al ministro come si potrà garantire il controllo sulle abitazioni private, in quanto – appunto – spazio personale che difficilmente può essere monitorato dall’autorità pubblica. Il ministro ha risposto così: «Intanto, se c’è una norma questa deve essere rispettata. Gli italiani, poi, hanno dimostrato nei mesi scorsi di non avere bisogno della polizia o delle forze dell’ordine in generale per rispettare le regole. Noi senz’altro aumenteremo i controlli e ci saranno anche segnalazioni».

In questo modo, Speranza starebbe sottintendendo che saranno gli stessi cittadini – qualora dovessero accorgersi di feste private in casa dei vicini – a segnalarle alle autorità, permettendo a queste ultime di intervenire. In realtà la questione è più complessa. Per tutti coloro che stanno rievocando la Stasi – Ministero per la Sicurezza di Stato con funzioni di spionaggio che era attivo prima della caduta del muro di Berlino nella Germania dell’Est – è opportuno ricordare che quella dello stop feste in casa è soltanto un’ipotesi che dovrà essere vagliata oggi dal comitato tecnico-scientifico e dal governo stesso, in procinto di varare un nuovo Dpcm.

Stop feste in casa, la decisione oggi: possibile che sia soltanto una ‘raccomandazione’

Può darsi che, dall’incontro di oggi, non emergerà una norma vera e propria, ma ci si limiterà a una raccomandazione. Inoltre, bisognerà capire anche la misura di quello che può essere considerato un evento in casa: possibile che si seguiranno le norme previste per le cerimonie in locali aperti al pubblico che, al momento, non possono prevedere più di 30 persone. In ogni caso, nulla è ancora deciso su quest’ultimo aspetto e, al momento, qualsiasi discussione in merito si basa soltanto su dichiarazioni in televisione da parte del ministro Speranza. E – com’è noto – le dichiarazioni in tv spesso sono molto diverse dai provvedimenti di legge.

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