Le luci e le ombre della copertura internet totale promessa da Musk in Ucraina

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Fin dall'inizio dell'invasione russa, Starlink ha messo a disposizione la connessione ai cittadini. Ma, dopo oltre un anno, la situazione si è evoluta

Tutto è partito da un annuncio e una foto simbolo pubblicata dal Ministro ucraino per la transizione digitale Mykhailo Fedorov: lo scatto immortalava il cassone di un camion con all’interno decine di kit per permettere ai cittadini di connettersi a internet attraverso il sistema di Starlink in Ucraina. Un piccolo grande aiuto per permettere alla popolazione di poter usufruire dei principali servizi digitali (compresa l’informazione) all’inizio dell’invasione, dell’avanzata delle truppe russe e della guerra. Con il passare del tempo, però, questo sistema messo a disposizione da Elon Musk ha registrato più ombre che luci.



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Era il 28 febbraio dello scorso anno e le città ucraine erano già sotto l’assedio da parte dei militari inviati dal Cremlino. I primi attacchi avevano provocato già diverse vittime (anche tra i civili) e anche alcune infrastrutture energetiche erano cadute sotto le deflagrazioni dei missili. Elon Musk aveva deciso di dare un supporto alla popolazione, rifornendo il Paese con moltissimi kit per sfruttare la connessione a internet attraverso quell’accesso satellitare a internet messo a punto da una delle sua aziende (SpaceX).



Uno strumento per sopperire ai danni alle infrastrutture, con una connessione via satellite e non via cavo. Inattaccabile. Dunque, l’arrivo di Starlink in Ucraina aveva rappresentato un supporto concreto alla vita di tutti i giorni e non solo. Perché in una guerra “moderna”, appare evidente che non ci possa essere un uso esclusivamente “civile” della rete. I più moderni sistemi di difesa e offesa, infatti, si basano sul traffico dati. Sulla connessione. Quindi su internet.

Starlink in Ucraina, le luci e le ombre durante la guerra

I primi “problemi” di Starlink in Ucraina si sono iniziati a palesare diversi mesi dopo l’inizio del conflitto. Prima il braccio di ferro sulla sussistenza “economica” del prosieguo della fornitura del servizio in forma gratuita: a inizio ottobre, infatti, la CNN aveva svelato una comunicazione inviata da Elon Musk al governo statunitense, chiedendo che il costo del servizio fosse pagato dal Pentagono. Poi, qualche giorno dopo, lo stesso imprenditore aveva annunciato il mantenimento della connessione satellitare in forma completamente gratuita. Dunque, la bolla polemica sembrava essersi spenta. Il servizio internet, infatti, ha continuato a funzionare nel corso dei mesi.

Poi, però, all’inizio di febbraio un nuovo colpo di scena: l’azienda di Elon Musk ha accusato Kyiv di aver utilizzato in modo improprio (e oltre gli accordi) il servizio di Starlink. In che senso? La spiegazione è arrivata direttamente da Gwynne Shotwell, presidente e Chief Operating Officer di SpaceX:

«Siamo stati davvero lieti di poter fornire connettività all’Ucraina e aiutare il Paese nella lotta per la libertà. Starlink non è mai stato concepito per essere utilizzato come arma, ma gli ucraini lo hanno sfruttato in modi che non facevano parte di alcun accordo. Sappiamo che i militari li stanno usando per le comunicazioni e va bene. Ma il nostro intento non è mai stato quello di farglielo usare per scopi offensivi». 

Dichiarazioni che hanno anticipato quel che è successo proprio in quei giorni di inizio febbraio. Perché, secondo Starlink, l’esercito ucraino stava utilizzando il sistema di connessione satellitare per il controllo di alcuni droni. Ovviamente a scopo militare. A rivelarlo, ovviamente, è stato proprio Elon Musk rispondendo a un utente su Twitter.

Utilizzato per il controllo degli attacchi con droni a lungo raggio. Con questa accusa, l’azienda ha deciso di non consentire più ai militari ucraini di utilizzare Starlink per queste soluzioni. Una mossa che ha provocato la replica di Mykhailo Podolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky.

In sintesi: o state dalla parte della resistenza ucraina e della libertà del popolo ucraino, oppure da quella della Russia e del suo “diritto” di uccidere e conquistare territori. Senza colpo ferire.

La minaccia di attacchi russi

I russi, perché sullo sfondo ci sono sempre gli attacchi e le minacce che arrivano da Mosca e dintorni. E tra i documenti trapelati nei cosiddetti “Discord Leak” e visionati dal Washington Post, il Cremlino starebbe testando un’arma in grado di colpire Starlink in Ucraina, disabilitando il servizio di connessione satellitare nel Paese. Il tutto attraverso il sistema di guerra elettronica Tobol-1, nato come strumento di difesa dei satelliti russi e utilizzabile anche come strumento di offesa. Al momento non è chiaro – secondo i documenti nelle mani dell’intelligence USA – se i tentativi di attacco siano mai andati a buon fine -, ma i tentativi di offensive proseguono da oltre un anno, come rivelato dallo stesso Elon Musk.

Era l’11 maggio del 2022, praticamente un anno fa. L’imprenditore ha parlato di “tentativi di hackeraggio e jamming” (disturbo) condotti dai russi, ma non andati a buon fine. Almeno fino a oggi.