Si può scrivere una legge per bloccare lo spoofing?
Si parla di telemarketing aggressivo e di Registro delle Opposizioni. Manca, però, una norma concreta che disabiliti qualsiasi tentativo di chiamata non desiderata
29/08/2024 di Enzo Boldi
Nell’ordinamento giuridico italiano non esiste una legge ad hoc per bloccare l’utilizzo di strumenti atti a procedere con la pratica dello spoofing. Ed è proprio attorno a questo vuoto normativo che si alimenta quel mercato del telemarketing aggressivo che è riuscito a rendere vana l’introduzione del Registro Pubblico delle Opposizioni. Ovviamente, ci sono tante norme che vanno a lambire i confini attorno al quale si inserisce questo concetto, ma all’atto pratico basta uscire dai confini italiani (in un mondo, quello digitale, in cui non ha più senso parlare di confini) per rendere vani gli effetti.
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E pensare che la pratica dello spoofing viene etichettata come “reato” anche sul sito del Ministero della Giustizia:
«Trattasi di comportamento messo in atto dallo spoofer. Spoofer è colui che falsifica dati e protocolli con l’intento di apparire un’altra persona o di accedere ad aree riservate».
La spiegazione prosegue citando alcuni articoli dell’ordinamento giuridico italiano (con riferimento al codice penale), in cui – però – non si parla mai esplicitamente di questa pratica/reato:
- art. 494 c.p. (sostituzione di persona)
- art. 615 ter c.p. (accesso abusivo a un sistema informatico o telematico)
- art. 615 quater c.p. (detenzione e diffusione abusiva di accesso a sistemi informatici o telematici)
- art. 640 ter c.p. (frode informatica)
Tutto questo, però, non sembra spaventare quegli operatori di call center (o chi froda attraverso telefonate) che vivono lungo la linea sottile di ciò che viene considerato illegale senza, però, fornire alcun obbligo. Per esempio, la legge italiana – nonostante i vari interventi normativi che si sono susseguiti negli anni – non ha mai imposto agli operatori il divieto di dotarsi di strumenti e soluzioni per “celare” il proprio ID chiamante dietro altri numeri di telefono. Dunque, non è mai stato disposto l’obbligo di utilizzare solamente strumenti che assicurano che la telefonata arrivi da un numero reale e intestato all’azienda.
Spoofing, si può scrivere una legge per renderlo vietato?
Neanche le ultime proposte di legge vanno in quella direzione, con lo spoofing che continua a essere illegale, ma con vari punti di uscita che consente a molti di utilizzare questa pratica illegale. Ma non c’è solo l’illecito, perché facendo così anche gli operatori “seri” di call center, vengono penalizzati: più chiamate di telemarketing selvaggio (senza consenso) riceve il cittadino, minore è la loro voglia di ascoltare offerte anche da parte di chi – legittimamente – ha ottenuto il consenso a comunicare con loro.
In alcuni Paesi, una soluzione è stata trovata. Mentre in Spagna si parla – per il momento si tratta di rumors – dell’idea (dopo il fallimento, anche lì, del “fratello” iberico del Registro delle Opposizioni italiano) di vietare i contratti stipulati telefonicamente per rendere del tutto non fecondo questo mercato, nel Regno Unito, negli Stati Uniti (che stanno lavorando anche per vietare le robocall) e in Francia si è agito in modo molto più repentino, andando a inserire dei protocolli sulle reti telefoniche (e internet, per intercettare il traffico VOIP) in grado di bloccare quelle chiamate provenienti da numeri non ben identificati. Una mossa tecnica e pratica che va molto oltre i facile proclami che condizionano le idee legislative italiane.