Lo split payment è stato prorogato fino al 30 giugno 2026

Si tratta di una misura che si applica nei rapporti commerciali tra le imprese private e la Pubblica Amministrazione, utile per contrastare le frodi in ambito IVA

07/08/2023 di Redazione Giornalettismo

Il Consiglio UE ha autorizzato l’Italia a prorogare l’applicazione dello split payment fino al 30 giugno 2026: la misura speciale che permette l’adozione di un meccanismo di pagamento dell’IVA frazionato. Secondo quanto riporta la Proposta di Decisione n. 324/2023, nonostante l’Italia si sia impegnata a non richiedere il rinnovo della misura speciale, questa si ritiene tuttavia necessaria “considerata la sua efficacia e le sinergie con altre misure applicate, in particolare l’obbligo della fatturazione elettronica”.

Lo split payment si applica nei rapporti commerciali tra le imprese private e la Pubblica Amministrazione e nasce come una misura utile per contrastare le frodi in ambito IVA. Come infatti riporta InfoCert, leader europeo nei servizi di digital trust, questo regime speciale di pagamento dell’IVA permette di contrastare l’evasione fiscale senza introdurre modifiche significative nella gestione della fatturazione elettronica, perché consente alla Pubblica Amministrazione di liquidare l’imposta fatturata al posto dei fornitori. Chi emette la fattura, infatti, dovrà esporre l’imposta aggiungendo la dicitura “scissione dei pagamenti”, mentre chi riceve la fattura dovrà effettuare il versamento dell’IVA in un apposito conto dell’Amministrazione fiscale.

A chi si applica lo split payment

Il meccanismo dello split payment si realizza quando l’acquirente è la Pubblica Amministrazione o un soggetto assimilato, come ad esempio gli enti pubblici del territorio, le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere. Secondo quanto riporta il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il regime speciale di gestione dell’IVA non si applica invece alle operazioni soggette ai regimi fiscali che non comportano l’indicazione dell’imposta in fattura, alle cessioni di beni o di servizi per i quali i cessionari o i committenti siano debitori d’imposta in reverse charge e nelle prestazioni rientranti nel campo di applicazione della ritenuta d’acconto.

L’Italia si è impegnata a eliminare in modo graduale questa misura speciale e dovrà trasmettere alla Commissione Europea, entro il 30 settembre del prossimo anno, una relazione approfondita sulla situazione complessiva dei rimborsi IVA che derivano dall’applicazione della scissione dei pagamenti. Lo split payment verrà quindi sottoposto a un controllo continuo, che avrà come obiettivo quello di valutare la sua efficacia nella riduzione dell’evasione fiscale e la sua compatibilità all’interno del nuovo sistema di fatturazione elettronica. La relazione dovrà includere inoltre i tempi medi necessari per i rimborsi e un elenco contenente ogni altra azione intrapresa dall’Italia per la riduzione dell’evasione fiscale nei settori in cui si applica lo split payment.

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