Metà della popolazione italiana ha attivato lo SPID

Lo SPID in Italia è stato attivato da circa metà della popolazione col dato in netta salita durante la pandemia e che fa ben sperare per il futuro

13/04/2022 di Ilaria Roncone

Quanti hanno lo SPID in Italia? Ormai circa la metà della popolazione del nostro paese. Come ha segnalato l’ex deputato e informatico italiano via Twitter pubblicando un grafico, sono ormai circa 30 milioni gli italiani che hanno attivato la loro identità digitale. Dello SPID, tra polemiche e proteste annesse – una delle ultime cronologicamente parlando è quella sull’attivazione dell’identità digitale dei minori – si è detto tutto ormai: perché farlo, come funziona, a quali servizi permette di accedere.

L’identità digitale è composta da una coppia di credenziali, username e password, che sono strettamente personali e tramite le quali – sfruttando i device a nostra disposizione – è possibile accedere online ai servizi della pubblica amministrazione e di tutti i privati che aderiscono. Per ottenere le credenziali SPID occorre rivolgersi a un Identity provider registrandosi sul sito.


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SPID in Italia, metà della popolazione sfrutta i vantaggi dell’identità digitale

Tra le tante attività cui è possibile accedere tramite lo SPID – i cui numeri di attivazione, come si evince dal grafico, hanno iniziato a salire vertiginosamente in corrispondenza dell’inizio della pandemia e della necessità di stare distanziati – troviamo invio e richiesta di documenti, iscrizioni, richieste e prenotazioni a servizi pubblici, servizi INPS e INAIL, il Fascicolo Sanitario Elettronico, i servizi di Certificazione e Autocertificazione, l’Anagrafe, i finanziamenti e contributi per aziende e per privati e altro ancora.

Visti questi numeri l’Italia, in Europa, è uno dei primi paesi in Europa in tal senso. Le previsioni vorrebbero il 70% dei cittadini con SPIS o carta di identità digitale entro il 2026 e – complice anche la pandemia, come abbiamo già accennato – tra 2020 e 2021 le identità digitali sono quadruplicate rispetto a prime e le carte di identità digitali sono raddoppiate. Questo significa che, come ha assicurato anche il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Colao circa un mese fa, non siamo in ritardo rispetto agli impegni presi con l’Unione europea.

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