Wolf Call – Minaccia in alto mare: Recensione, l’orecchio d’oro della dissuasione nuclare

23/06/2019 di Redazione

Wolf Call – Minaccia in alto mare. Diretto da Antonin Baudry (leggi la nostra intervista) al suo primo lungometraggio, la storia di uomini e mezzi, a cominciare dai sottomarini nucleari, in un racconto di fantapolitica molto vicino all’attualità. Chanteraide (François Civil) è il protagonista di questa storia, ha una capacità innata davvero sorprendente: riesce, infatti, a riconoscere ogni suono che colpisce il suo orecchio molto sensibile.

A bordo del sottomarino gli addetti con queste particolari capacità sono chiamate orecchio d’oro. Chanteraide fa parte della marina francese, svolge il suo ruolo con successo all’interno del sottomarino al quale è assegnato. Durante una missione, un suo errore di valutazione mette a repentaglio la stima che il ragazzo ha di se stesso, ed anche la delicata missione di esfiltrazione di sub impiegati in missione in Siria. Si sviluppa da qui la storia che in breve ci condurrà all’interno di uno scenario di guerra nucleare e sarà proprio Chanteraide la chiave, o meglio l’orecchio che potrà salvare il mondo da un devastante conflitto nucleare.

Wolf Call Minaccia in alto mare

Decisamente un debutto con un vero e proprio block-buster made in France da parte di Antonin Baudry, ex diplomatico, che ha messo ha frutto le sue conoscenze, studiato a fondo l’ambiente dei sottomarini grazie al quale ci restituisce una storia molto reale. All’interno del cast troviamo il meglio del cinema francese Grandchamp (Reda Kateb) e il suo amico e comandante D’Orsi (Omar Sy), l’ammiraglio Alfost (Mathieu Kassovitz), e Diane (Paula Beer) unica donna del cast, a cui è affidato però il compito di riportare il giovane Chanteraide sulla giusta via di fargli ritrovare fiducia nelle sue capacità.

Il titolo originale della pellicola è Le Chant du Loup (il canto del lupo) il quale indica, nel gergo militare dei sottomarini, il rumore di un sonar che riesce a individuare la posizione del vostro sottomarino, e quel punto molto spesso è la fine per un sottomarino. L’orecchio puro di Chanteraide ci viene restituito dal regista Baudry, che ha realizzato un lavoro incredibile sul suono affidandosi ai migliori tecnici del mondo, quelli dello Skywalker Ranch e del loro Sound Designer. Infatti Wolf Call – Minaccia in alto mare e un film che oltre ad essere visto va anche ascoltato , ed in questo senso il regista riesce a cogliere in pieno lo spirito degli equipaggi dei sottomarini, restituendoci un grande film d’azione con i toni epici della tragedia greca.

Wolf Call Minaccia in alto mare

All’inizio della pellicola campeggia la scritta ” Ci non tre tipi di uomini, i vivi, i morti e coloro che vanno per mare “ Aristotele.

Basterebbe questa definizione per sintetizzare tutto lo spirito della pellicola, pellicola che si affida a tanti termini tecnici esatti, ma che cerca di portare lo spettatore, anche quello poco avvezzo, a familiarizzare con tante complessità, trascinandolo all’interno di una vera propria avventura sottomarina. Il genere lo potremmo definire nell’ambito della fantapolitica e nonostante i tentativi di vari raffronti con pellicole analoghe come Caccia ad Ottobre Rosso o Allarme Rosso, il film francese se ne discosta . Scopo di Baudry è raccontare una storia, e poco importa che il sottomarino sia russo , americano o nel nostro caso francese. Lo scopo è quello di intrattenere in modo intelligente, raccontando una storia, da sempre amata a livello cinematografico, ovvero quella della forza e coraggio degli equipaggi dei sottomarini. Una pellicola decisamente atipica per il panorama europeo, e una volta tanto dobbiamo dar atto che la “grandeur” francese non stona affatto, dando ragione al regista Antonin Baudry che ha voluto con forza appropriarsi di un genere da troppo tempo dominio del cinema americano.

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