Westworld 2×04 – Recensione dell’episodio “The Riddle of the Sphinx”
22/05/2018 di Redazione
Ecco la nostra recensione del quarto episodio di Westworld 2 andato in onda su Sky Atlantic dal titolo “The Riddle of the Sphinx” (L’enigma della Sfinge)
Il quarto episodio di Westworld 2 si intitola “The Riddle of the Sphinx” (L’enigma della Sfinge), un famosissimo indovinello, il primo di cui si ha documentazione scritta e che venne proposto da Sofocle, in quella che è senza ombra di dubbio la sua composizione più famosa, l’ Edipo re. L’indovinello recitava:
“Qual è l’animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre?” “E’ l’uomo. Da bambino si trascina sulle mani e sui piedi, diventato grande, cammina sui due piedi e infine da vecchio si appoggia sul bastone”
Il Tema Principale del quarto episodio di Westworld è la ricerca dell’Immortalità
Se il terzo episodio di Westworld 2 “Virtù e Fortuna” era basato sul libero arbitrio e da come viene utilizzato dai suoi protagonisti, in questa puntata il tema centrale sembra essere quello dell’immortalità e della ricerca per il suo raggiungimento. All’interno del parco sono gli host ad essere immortali, a non invecchiare. Ma ne “L’enigma della Sfinge” veniamo a conoscenza di una importante rivelazione, che aiuta gli spettatori ad entrare in contatto con i piani segreti della Delos, di cui tanto si è parlato in precedenza, il raccoglimento dei dati, del DNA, ma a cosa servono?
Ma non basta trasferire la memoria di una persona dentro il corpo di un host per dargli vita per farlo funzionare. In Westworld, ogni tentativo che ci viene mostrato risulta un totale insuccesso, poichè è proprio la comprensione della nuova realtà a causarne il danneggiamento, il soggetto non riesce a sopravvivere a lungo termine, con il conseguente fallimento di tutto l’esperimento.
Esperimento che viene mostrato in loop, ogni scena, ogni azione è molto simile in ogni sua parte in questo episodio di Westworld. E’ grazie alle visite di William, (Jimmy Simpson/Ed Harris) che siamo in grado di comprendere il vero trascorrere del tempo, quasi trent’anni. Tempo che seppur trascorso non è riuscito a raggiungere gli scopi prefissati, tanto che è lo stesso William ad ammettere:
“Inizio a pensare che l’intera iniziativa sia stata un errore. Gli uomini non sono fatti
per vivere per sempre”