Tredici 2: Le differenze tra le due stagioni e il mistero delle Polaroid
05/05/2018 di Redazione
A meno di due settimane dall’uscita della seconda stagione di Tredici su Netflix, lo showrunner Brian Yorkey ha rilasciato un’intervista in cui parla della differenza tra le due stagioni e del mistero delle Polaroid.
La prima stagione di Tredici è stato un grande successo di pubblico e critica, tanto che Netflix ha deciso di produrre una seconda stagione inaspettata. A pochi giorni dall’uscita del primo trailer della seconda stagione, lo showrunner di Tredici ha rilasciato una lunga intervista ad Ew.com. Il creatore della serie Netflix ha parlato della differenza tra le due stagioni, del mistero delle polaroid.
La prima stagione di Tredici è un adattamento del romanzo scritto da Jay Asher mentre i nuovi episodi che saranno disponibili su Netflix dal 18 Maggio saranno tutti opera degli autori televisivi. I creatori, infatti, hanno avuto carta bianca e Brian Yorkey ha così spiegato cosa ha influito nella creazione di una stagione senza vincoli:
“Ovviamente è una sfida perché non hai la rete di protezione del libro a cui affidarti, ma al tempo stesso è stato molto liberatorio perchè ci siamo detti, “ok ora possiamo seguire la storia ovunque ci porti e parlare di cosa accadrà dopo, cosa è interessante ed eccitante per noi e quale storia vogliamo raccontare? Quindi è stato liberatorio e terrificante nel modo in cui la libertà possa essere.”
“Hai un’intera vita per realizzare il tuo primo album e solo sei mesi per fare il secondo. Certamente abbiamo avuto più tempo, ma abbiamo realizzato un primo disco che è finito per diventare una hit e cosi ti domandi come dare un seguito. Potevamo fare un paio di cose. Ho dovuto ricordare a me stesso e a tutti quelli che mi circondano che “Abbiamo fatto la prima stagione, non faremo un’altra prima stagione di nuovo. Questa seconda stagione sarà diversa.”. E so che le persone avranno dei sentimenti contrastanti a riguardo perchè questo tende ad essere il nostro show e cosa è successo, ed è anche un bene. La peggior cosa che potevamo fare era cercare di replicare, in qualche modo, il successo della prima stagione, eccetto per l’idea centrale di continuare a raccontare le storie di questi personaggi.”