Game of Thrones 8×03: Recensione, la notte è oscura e piena di terrori

Abbiamo aspettato otto stagioni, finalmente la resa dei conti tra i morti e i vivi è arrivata, la recensione della 8×03 di Game of Thrones.

Abbiamo atteso otto stagioni questo momento. Sono due stagioni che la minaccia dei non morti è tangibile. C’era stata promessa la battaglia più grande che si sia mai vista nella storia del cinema e della televisione. Probabilmente non è stato così, anche perché i momenti della battaglia di Minas Thirit e del Fosso di Helm sono inarrivabili, ma vanno fatti i complimenti per come David Benioff e Dan Weiss hanno deciso di orchestrare l’episodio più atteso nella storia di Game of Thrones.

La regia claustrofobica di Miguel Sapochnik, molto diversa da quella ammirata nella Battaglia dei Bastardi, ha convinto soprattutto perché lo spettatore ha vissuto la stessa ansia di chi combatteva la battaglia. Siamo stati trascinati all’interno di questa, vivendola quasi in prima persona e tutto questo è stato frutto di un lavoro straordinario.

Molti spettatori hanno lamentato a detta loro una bassa qualità nell’esposizione dell’immagine, probabilmente andrebbe vista nelle migliori condizioni possibili quindi non ci si può totalmente esprimere su questo punto. Quello che possiamo garantire però è che ogni frame di questi 82’ hanno trasudato epicità e ansia. Ci avevano promesso il terrore e abbiamo avuto davvero il terrore, visto che comunque sia tutti i personaggi principali sono stati ad un passo dalla morte. Game of Thrones però ci ha insegnato che niente accade per caso e ognuno ha la morte che si merita, spesso quando meno ce lo aspettiamo.

I caduti della battaglia di Grande Inverno

Iniziamo col rendere omaggio alla famiglia Mormont, sia a Lyanna che a Sir Jorah. La prima ha mostrato di avere molto più coraggio di tanti uomini uccidendo letteralmente un gigante per poi morire con onore, il secondo ha portato a compimento il suo arco narrativo morendo per difendere la sua amata Daenerys. Tra gli altri morti sicuramente c’era un filo rosso tra Dondarrion e Melisandre, entrambi morti dopo aver portato a compimento il volere del signore della luce. Quest’ultima dopo essere stata a lungo la più odiata si regala un ultimo episodio da miglior personaggio, salvando e aiutando in tutti i modi gli eserciti del Nord. In Game of Thrones abbiamo detto che nulla accade per caso, così come la brillantezza dei dialoghi che non si perde neppure in una puntata segnata dalla morte e dal terrore. Quello tra Melisandre e Arya è il più grosso spoiler che tutti avremmo dovuto aspettarci:

Chiuderai occhi marroni, occhi verdi, occhi azzurri”.

Per non parlare di quest’altro, che è un cliché sempre di moda perché non è questo il giorno di morire:

Cosa diciamo al dio della morte?”

Non oggi”

Arya Stark li ha chiusi tutti. Aspettavamo il principe che fu promesso, aspettavamo il duello tra Jon e il Re della Notte ma alla fine è lei che ha salvato tutti proprio quando l’eterna notte era ad un passo. Una sequenza spettacolare, anche per il clamoroso twist con la stessa identica mossa usata contro Brienne durante gli allenamenti nella stagione sette. Soprattutto notiamo come Bran sia stato il personaggio decisivo nel corso della puntata, capace di guidare e aiutare tutti verso l’unico finale che aveva previsto da molto tempo. Il Corvo con tre occhi quasi in modalità “Doctor Strange” aveva consegnato ad Arya Stark la daga in acciaio di Valirya che poi le sarebbe servita per salvare l’umanità. Inutile descrivere la liberazione e la gioia mentre il Re della Notte e tutti gli estranei andavano in mille pezzi, perche questa battaglia l’abbiamo davvero vissuta in ogni suo attimo grazie allo straordinario lavoro tecnico.

Tutto Game of Thrones ci ha portato a questa scena

La morte di Theon era quella più scontata in assoluto, dato che decide di morire da Stark trovando finalmente un posto nel mondo. Avevamo tanta paura per Brienne e Jaime, Jon e Daenerys, ma alla fine quello che sembrava dovesse essere il favorito a prendersi i Sette Regni come spesso capita è morto. Il Re della Notte nel giardino degli dei di Grande Inverno ha fatto la stessa fine di Ned Stark, l’uomo che in molti vedevano favorito nella prima stagione e morto subito improvvisamente. Game of Thrones alla fine è questo, una continua sorpresa. 

Apriamo un capitolo a parte su Jon Snow, accusato da molti sin dai primissimi commenti di inutilità durante la battaglia. La verità è che Aegon Targaryen ci ha provato ad opporsi alla morte, l’ha affrontata con un coraggio cieco che è quasi sconfinato nella stupidità. Lui e Daenerys hanno provato ad eliminare con i draghi il Re della Notte, quando non è stato possibile il legittimo erede al trono con coraggio ha provato a raggiungere Bran rischiando la vita contro Viserion. C’è poco da rimproverargli, il finale semplicemente doveva essere un altro. Anche qui c’è un riferimento alla pietra miliare del fantasy: Eowyn a sorpresa distrusse lo stregone di Angmar ne Il Signore degli Anelli, probabilmente era destino che una donna piantasse una daga nel corpo del Re della Notte. Un ennesimo splendido parallelismo con la saga che ha ispirato Game of Thrones per ammissione del suo stesso autore.

Alcune delle immagini più spettacolari dell’episodio

Probabilmente in molti storceranno la bocca perché gli Estranei sono scomparsi troppo rapidamente lasciando troppe domande senza risposte, ed in effetti è così. Staremo a vedere se effettivamente tutto ciò è giunto alla fine, perché le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Quel che è certo ora Jon e Daenerys potranno concentrarsi sull’ultima battaglia contro Cersei per il Trono di Spade che con ogni probabilità divideranno insieme. La profezia indicava come scontata la morte della madre dei draghi, ma sembra che la serie sia andata su questo aspetto in una direzione diversa rispetto ai testi di George R. R Martin.

La realtà è che il bagno di sangue che c’era stato promesso non c’è stato, ora bisognerà vedere come evolveranno le cose perché in ogni caso al gioco del trono o si vince o si muore. Dopo la vittoria della Grande Guerra siamo pronti per affrontare l’ultima.

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