Crucifixion: va un casino l’esorcismo quest’anno tra i populisti

15/02/2019 di Redazione

Crucifixion – il male è stato invocato, e non potrebbe essere più vero, parlando di questo horror diretto da Xavier Gens. Tema classico, quello della possessione diabolica, ispirato a una storia vera sulla quale è il caso di soffermarsi.

Romania, 2005, una giovane suora, appena 23 anni, arriva già morta in ospedale dopo essere stata “esorcizzata” per sei giorni dal pope di zona, padre Daniel Corogeanu, che con l’aiuto di quattro suore la legò a una sorta di croce e la lasciò senza mangiare e bere, oltre che con un’asciugamano in bocca. La storia è stata raccontata molto bene qui, quindi vi lascio alle meraviglie dell’ipertesto per approfondire. In soldoni, comunque, parliamo di un tragico evento dettato da ignoranza e creduloneria, entrambe mascherate come “fede”.

Crucifixion esorcismo

E su questo tema il francese Xavier Gens cerca di costruire una storia che sia un po’ diversa dal solito film di genere, visto e rivisto. Partendo da un’inchiesta giornalistica. Una giovane cronista, che con il concetto stesso di fede ha un rapporto personale molto difficile, va in Romania per indagare sulla misteriosa morte di cui sopra. Ovviamente non c’è mezzo elemento che abbia una seppur lontana fondatezza razionale, e con il procedere dell’inchiesta aumentano gli accadimenti inspiegabili. Perché le vie del Signore sono infinite, ma pure quelle del demonio non scherzano.

Crucifixion anche per lo spettatore

Xavier Gens ci prova, da artigiano del genere, ma Crucifixion ha veramente tanti problemi, di ritmo prima di tutto. E poi la bella Sophie Cookson è una protagonista veramente poco convinta di quello che sta facendo. E la cosa non aiuta certo a sospendere l’incredulità, meccanismo fondamentale per una storia sovrannaturale. Peccato, soprattutto per lei, che abbiamo apprezzato tanto nei due Kingsman e soprattutto in Gipsy, la serie Netflix con Naomi Watts.

Crucifixion esorcismo

E poi fare un buon film incentrato su un caso di esorcismo è difficile. Prima di tutto perché c’è un ingombrante precedente, che prima che un horror era un film politico e sovversivo. E poi perché quei pochi, pochissimi che sono riusciti a differenziarsi, sono riusciti a cogliere in pieno l’essenza della cronaca della possessione nell’epoca moderna, metafora di un disagio esistenziale contemporaneo. Gens ha quest’occasione, ghiottissima, di fare del demonio una proiezione del regime di Ceausescu, anzi, del dittatore stesso, che si cerca in ogni modo di sradicare dall’anima stessa dei rumeni. Lo accenna a un certo punto, ma non osa oltre, preferendo la strada più semplice, e la percorre claudicando, tra scene rallentate, fotografia laccata e spaventi convenzionali. Paradossalmente, non si respira la presenza del Maligno.

Eppure Satana non passa mai di moda

Questo è un dato di fatto, e non perché dal 31 maggio lo sentiremo rivolgersi al pubblico di Amazon Good Omens. No, il problema è ben più serio, e Crucifixion è anche per questo un’occasione mancata. Più per una mancanza di timing, essendo in realtà il film del 2017. Quando, cioè, l’ondata populista non aveva ancora travolto l’Europa, anche se era già cominciata e i presupposti per quanto sta oggi accadendo in molti paesi c’erano tutti. Paesi come l’Italia, dove non è un caso affatto leggere che il ministro dell’interno afferma che un’esibizione di una professionista della satira sia equiparabile a un’evocazione diabolica. E solo qualche giorno dopo il Ministero della pubblica istruzione indica corsi d’aggiornamento
in “esorcismo” per gli insegnanti. Fermo restando che soprattutto alle medie spesso è la spiegazione più sensata ai comportamenti dei preadolescenti.

Il Diavolo esiste, vive nella vile furbizia di chi sa come manipolare l’ingenuo e l’ignorante. L’esorcismo è per questi poveri diavoli quello di estirpare la cultura, l’istruzione, il buon senso e il pensiero razionale, sostituendolo con la paura, l’odio, l’ignoranza, l’intolleranza.

Per questo va un casino quest’anno l’esorcismo. E la cosa che fa davvero paura è che questa tendenza sembrare non passare mai di moda.

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