Speranza lascia intendere che anche in Italia la quarantena potrebbe essere portata a 7 giorni

In corso un dibattito nella comunità scientifica, da approfondire nel comitato tecnico-scientifico

09/09/2020 di Gianmichele Laino

C’è stato un passaggio che, forse, è stato sottovalutato da gran parte degli organi di informazione e riguarda la quarantena di 7 giorni anche in Italia. Nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi da Giuseppe Conte in merito alla riapertura dell’anno scolastico, il ministro della Salute Roberto Speranza ha aperto una riflessione importante sulla durata della quarantena, sulla scia di quello che è successo in Francia, che ha portato a una settimana il periodo di ripresa dal contagio da coronavirus.

LEGGI ANCHE > Cosa c’è di positivo e cosa c’è di negativo nei dati sul coronavirus del 9 settembre

Quarantena di 7 giorni, l’opinione di Speranza

«C’è un dibattito in corso – ha detto il ministro Speranza – e adesso occorrerà sentire le ragioni della comunità scientifica. Il parere dell’Oms resta sulla quarantena da 14 giorni, ma accorciare il periodo potrebbe comportare un aumento del tasso di rischio ridotto. Quindi vanno prese in considerazione anche nuove soluzioni, soprattutto se si allarga il campo di riflessione agli altri Paesi europei. Noi saremo sempre orientati all’approfondimento e al principio di prudenza».

Ma perché sarebbe impattante una riduzione del periodo di quarantena? Innanzitutto per il lavoro: dal punto di vista giuslavoristico, infatti, la positività al coronavirus – anche se si è asintomatici – impedisce all’individuo di lavorare, anche in smart working. Attualmente, il periodo di assenza da ogni attività si prolungherebbe per 14 giorni. Cosa diversa sarebbe con la riduzione della quarantena a una sola settimana.

Quarantena di 7 giorni, perché sarebbe più ‘accettabile’

La quarantena di 7 giorni, inoltre, non sarebbe un deterrente (rispetto a quella di 14 giorni) sulla disponibilità da parte dei cittadini di sottoporsi ai test (tra esami sierologici e temponi) quando questi presentano anche solo un minimo dubbio rispetto al contatto con potenziali contagiati (sia perché di ritorno da aree con forte concentrazione di contagi, sia in seguito a segnalazioni – ad esempio – dell’app Immuni).

Bisognerà considerare se questi aspetti compenseranno quell’aumento, seppur ridotto, dei fattori di rischio. Ma dalla conferenza stampa a Palazzo Chigi di oggi, il ministro Speranza sembra aver lasciato aperto uno spiraglio su questa possibilità.

Share this article