Spadafora critico: «Due settimane fa dicevamo che non eravamo come la Francia? Dovevamo stare zitti»

L'intervento del ministro dello Sport a Che Tempo Che Fa

26/10/2020 di Gianmichele Laino

Il 25 ottobre ci ha consegnato un dpcm che punterà a chiudere le attività di ristorazione a partire dalle 18 e che prevederà didattica a distanza per il 75% degli alunni delle scuole superiori. Ma ci ha consegnato anche le riflessioni critiche di un componente dell’esecutivo, ovvero del ministro Vincenzo Spadafora: quest’ultimo, caso piuttosto raro all’interno di una compagine di governo che – soprattutto per quanto riguarda la componente M5S-Pd – è sempre stata compatta all’esterno, ha fatto autocritica rispetto alle misure che sono state adottate contro il coronavirus soprattutto negli ultimi mesi.

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Spadafora fa autocritica per come è stato gestito il coronavirus

In modo particolare, si può partire dalla dichiarazione finale del ministro a Che Tempo Che Fa. Fabio Fazio, infatti, gli ha fatto notare che nelle ultime settimane, mentre in Francia e in Spagna i contagi continuavano a salire in modo esponenziale, in Italia si diceva che quelle situazioni non si sarebbero verificate nel nostro Paese perché eravamo stati bravi a seguire le regole durante il lockdown e nei mesi successivi. Fazio ha chiesto a Spadafora cosa pensasse di dichiarazioni che erano state fatte anche da esponenti del governo.

La risposta del ministro è stata laconica ma molto significativa: «Io penso che due settimane fa dovevamo solo stare zitti».

Ma non è l’unico passaggio critico del ministro. Il titolare dello Sport, infatti, ha affermato che non c’è stata un’azione efficace soprattutto nei mesi in cui il virus sembrava effettivamente aver ridotto la sua portata e soprattutto per quanto riguarda il settore dei trasporti e la tenuta del sistema sanitario. Tra le cose che non sono andate propriamente bene, Spadafora cita anche il protocollo stilato dalla Lega Serie A, quello che – attualmente – sta mandando avanti il campionato: «Ci sono delle cose che non funzionano perché non sono state rispettate – ha detto Spadafora -. In altre situazioni all’esterno dell’Italia, si sono create delle vere e proprie bolle, come nell’NBA. Le nostre bolle sono state create con metodi discutibili penso ad esempio al caso di Cristiano Ronaldo, dove c’è stata una violazione del protocollo quando è partito per il Portogallo. Un episodio spiacevole: anche prima di Juventus-Napoli ci sono state diverse anomalie».

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