Dentro i gruppi sovranisti: insulti e auguri di morte a Mattia Santori

Com’è noto, i gruppi Facebook possono presentare diverse sfaccettature. Nei gruppi chiusi, quelli che non sono pubblici e aperti a tutti, ci si sente protetti, quasi immuni da qualsiasi influenza esterna e autorizzati a dire tutto ciò che in quel momento passa per la testa, dall’insulto all’augurio di morte. Succede anche in un gruppo Facebook da quasi 30mila iscritti e che si chiama ‘Sovranisti con Giorgia Meloni‘. Si tratta di una di quelle comunità di supporto a un partito politico – ce ne sono tanti, sia a destra, sia a sinistra – realizzate in maniera autonoma e indipendente rispetto allo stesso.

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Sovranisti con Giorgia Meloni, gli insulti a Mattia Santori nel gruppo chiuso

Il gruppo, dichiarano dalla Rete Italiana Antifascista che da anni si occupa di segnalare l’odio sul web e gli hater alla polizia postale, sembra essere gestito da alcuni esponenti di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Tra i bersagli preferiti all’interno del gruppo c’è Mattia Santori, il leader delle sardine che, prima dell’emergenza coronavirus e durante la campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia-Romagna, ha avuto molta visibilità sui social network e all’interno dei talk-show televisivi.

sovranisti per giorgia meloni

Nel gruppo si possono leggere insulti come questo: «Ma questo coglionazzo, inespressivo e indigesto, perché non impara a tenere quella sua boccaccia ben chiusa», «Cara la mia testa di cazzo, lo sai gli italiani quanti soldi hanno donato?», «anche in questi momenti hai da rompere i coglioni».

Sovranisti con Giorgia Meloni, ma non solo: insulti in altri gruppi sovranisti

E, sempre in base alla denuncia della Rete Italiana Antifascista, toni analoghi, conditi anche da auguri di morte, compaiono anche nel gruppo Noi con Salvini.

sovranisti per giorgia meloni

Ogni 4-5 insulti, si passa anche a un augurio di morte. Come quello in calce al post che vi abbiamo appena mostrato: «Con questa proposta – si legge – spero che muoia di coronavirus». La proposta in questione sarebbe quella di una tassa patrimoniale, nei confronti della quale lo stesso Mattia Santori si era detto favorevole, facendosi ancora una volta portavoce del movimento delle sardine.

Nei gruppi c’è anche chi incita alla rivolta

Nel gruppo sembra ci siano sospetti a proposito di qualche ‘infiltrato’ di sinistra, persone che gli admin affermano di aver eliminato dal network. Insomma, qualcuno che si fa qualche domanda sulla libertà di insultare i vari bersagli di turno (tra loro, ad esempio, c’è anche l’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al quale si dice: «le pagherai tutte disgraziato»). Ma non solo: tra i commenti ce n’è più di qualcuno che incita alla rivolta: «Se tu e Salvini avete le palle – si legge in un intervento – ordinate una sommossa popolare, altrimenti per me siete complici del Pd». E subito il messaggio lanciato ottiene una eco: «La rivolta, se è necessaria, allora ci sarà».

sovranisti per giorgia meloni

Una sorta di gara a chi la spara più grossa, a chi usa l’insulto più ficcante, a chi fa l’augurio di morte più truce. Il tutto sperando in una visibilità tra pari, in un like che possa incoraggiare, paradossalmente, l’odio che viene riversato. Uno strumento preoccupante. «Conosco personalmente Mattia Santori, è sempre stato una persona molto educata e non si è mai permesso di insultare o minacciare gli avversari politici e tanto meno i suoi fans – ha detto Fabio Cavallo della Rete Italiana Antifascista, commentando il tono dei messaggi contenuti all’interno di questi gruppi chiusi -. Credo che la misura sia colma e che ci siano i presupposti legali per portare questa gente in tribunale. Conoscendo Mattia, lui sicuramente lascerebbe perdere perché nonostante le vergognose diffamazioni fatte a quel ragazzo, non è nel suo stile agire in maniera così radicale. Non sappiamo fino a che punto possa sopportare tutto questo. Ma credo che sia ora che agisca legalmente contro gli odiatori seriali. In ogni caso, segnaleremo tutto alle autorità competenti perché l’odio non paga».

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