Sorveglianza dati TikTok, come si è mossa finora l’Unione europea?

L'approccio dell'Europa è stato sempre prudente seppure, già nel 2020, Thierry Breton dava ragione a Trump

12/01/2023 di Redazione Giornalettismo

L’allerta sulla possibilità che TikTok minacci la sicurezza dei vari stati – a partire dagli Usa – è giunta anche in Europa e in Italia. Cosa ha scatenato la preoccupazione anche nel nostro continente – facendo scattare l’allerta sicurezza TikTok Europa – quando, fino a poco tempo fa, sembrava una questione di interesse prettamente all’interno dei confini Usa? Il punto di svolta va identificato in quanto emerso a fine 2022: un pezzo del NYT ha indicato TikTok come possibile strumento in mano alla Cina utilizzato per fare spionaggio e ByteDance ha dovuto ammettere di avere effettivamente spiato la posizione di alcuni giornalisti.

In particolar modo, sono emersi diversi nomi di giornalisti vittima e la situazione riportata in un pezzo di denuncia del Financial Times afferma come ByteDance abbia confermato «di aver ottenuto in modo inappropriato i dati degli utenti, tra cui un giornalista del Financial Times, al fine di analizzare la loro posizione nell’ambito di un’indagine interna sulle fughe di notizie». Al di là di tutto quello che TikTok può avere affermato finora rispetto a come conserva i dati degli utenti Usa e di tutto il mondo, quindi, questa storia mette in evidenza come chi lavora in azienda possa effettivamente entrare in possesso e disporre delle informazioni.

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Allerta sicurezza TikTok Europa adesso, ma prima?

Su come si stia muovendo la Commissione europea ora abbiamo già parlato: l’incontro svoltosi un paio di giorni fa, che ha portato il Ceo di TikTok a presentarsi nelle sale dei palazzi europei, è stato all’insegna della massima collaborazione con l’Ue che ha evidenziato come TikTok abbia fatto molto per mettersi in regola finora ma che ci sia un deciso margine di miglioramento, soprattutto considerati i dubbi sollevati dalle inchieste dei giornali Usa e la conseguente ammissione che, effettivamente, i dipendenti di ByteDance abbiano usato i dati dei giornalisti in maniera impropria.

Quando c’era Trump

Prima di oggi, in che modo l’Ue si è approcciata a TikTok e ai dubbi sulla gestione dei dati messi in campo negli Stati Uniti da diversi anni? Andiamo con ordine. Il primo ad attenzionare sulla possibilità che i dati dei cittadini statunitensi e del mondo fossero utilizzati in maniera poco trasparente da ByteDance è stato Donald Trump quando ancora era presidente degli Stati Uniti. In particolar modo, Trump – in data 6 agosto 2020 – aveva emesso un primo ordine esecutivo tramite cui ha bandito ogni transazione commerciale tra le società Usa e ByteDance; in seguito, il 14 agosto, Trump aveva emanato un altro ordine esecutivo con cui si obbligava l’azienda a cedere – entro 90 giorni – le attività di TikTok a una società che fosse americana.

All’epoca ByteDance ha scelto di impugnare l’ordine di Donald Trump. Come erano state presi e trattati, a livello europeo, i dubbi di Donald Trump sulla sicurezza nazionale e la privacy dei cittadini che utilizzavano TikTok? Si era espresso, sempre nel 2020, Thierry Breton confermando come, effettivamente, una « questione dati» esistesse: «Capisco le ragioni di Trump – aveva detto il commissario Ue per il Mercato interno e i servizi -: i dati degli europei devono restare in Europa».

«L’amministrazione Trump ha ragione a riconoscere, finalmente, che c’è un problema di proprietà dei dati. Ma, per noi europei, non è niente di nuovo – aveva detto, specificando però la diversa presa di posizione dell’Ue all’epoca -. Il mio compito non è mettere al bando le aziende, bensì spiegare in modo molto chiaro quali sono le nostre regole». Rimaneva però l’esigenza – che è ancora quella di oggi – rispetto al metodo di trattamento dei dati europei: «I dati europei dovrebbero essere conservati ed utilizzati in Europa perché ricadono nella giurisdizione europea. Non si tratta di protezionismo».

In conclusione

L’Europa, finora, pur rimarcando l’importanza della trasparenza sulla gestione dei dati, non è mai arrivata a parlare di un ban pan-europeo. Rimane pur vero, però, che a fine 2022 le cose sono cambiate: dopo che TikTok ha ammesso che i dati raccolti sugli utenti Ue vengono trasferiti in Cina – operazione qualificata come necessaria per garantire agli utenti sicurezza ed efficienza nell’utilizzo del social – e pur facendolo nel rispetto del GDPR, l’Unione europea ha drizzato le antenne chiedendo conto in maniera molto più dettagliata della situazione e volendo esaminare da vicino le varie questioni e i dubbi.

A novembre 2022 Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha confermato che – in seguito all’ammissione del trasferimento dati – sono scattate una serie di inchieste interne su TikTok portate avanti dalle istituzioni comunitarie. «Le pratiche sui dati di TikTok, anche per quanto riguarda i trasferimenti internazionali dei dati stessi, sono oggetto di numerosi procedimenti in corso», scriveva von der Leyen, in collaborazione con l’autorità per la protezione dei dati personali d’Irlanda.

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