La Lega cita i sondaggi solo quando sono positivi per loro

06/07/2020 di Enzo Boldi

Qualche settimana fa, quando i dati sulla popolarità davano Giuseppe Conte in testa alla graduatoria sondaggistica dell’apprezzamento degli elettori, Matteo Salvini diceva che si trattava di notizie che lasciano il tempo che trovano. Lo stesso discorso lo ha fatto rispondendo alle domande di qualche cronista che gli ha fatto notare come la Lega abbia perso molti consensi (pur rimanendo il primo partito, per intenzioni elettorali) in Italia. Oggi, però, quello scaltro dato dei sondaggi – che vedono in testa, tra i governatori Zaia, Fedriga e Tesei – viene evidenziato come una verità assoluta. I sondaggi Lega sono buoni solo quando le notizie (per loro) sono positive.

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I dati sono stati pubblicati questa mattina da Il Sole 24 ore. Tra i presidenti di Regione spiccano Luca Zaia (Veneto), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Donatella Tesei (Umbria, unica in leggera flessione). Poi via via tutti gli altri con una laconica ultima posizione di Nicola Zingaretti (Lazio). I numeri si basano su una rilevazione attuale e confrontata con i risultati elettorali conquistati dai governatori nel corso delle ultime elezioni che hanno dato il via al loro mandato in corso.

Sondaggi Lega, in vetta Zaia, Fedriga e Tesei

Numeri che parlano chiaro e che seguono anche i sondaggi a livello nazionale, con il centrodestra (grazie soprattutto alla spinta verso l’alto di Fratelli d’Italia) che appaiono molto più forti e strutturati di tutti gli altri partiti (anche coalizzati tra loro). Luca Zaia, rispetto alle elezioni, è il politico cresciuto maggiormente. Così come il governatore della Liguria Giovanni Toti. Loro due, infatti, non dovrebbero avere problemi a mantenere la leadership nel mese di settembre. Male, invece, Attilio Fontana che sta pagando a caro prezzo la gestione della Covid in Lombardia.

 

 

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I tre governatori più amati d’Italia? Tutti della Lega! 👏👏👏 Con tanti saluti al PD! #primagliitaliani🇮🇹

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Ma non erano boutade?

Il calo del centrosinistra (il Movimento 5 Stelle non ha governatori) è evidente a livello locale. Michele Emiliano (Puglia) in crollo verticale. Meno evidente, ma cospicua, la netta flessione di Nicola Zingaretti che, oltre a essere segretario del Pd è anche presidente della Regione Lazio. Numeri che sono lo specchio del Paese e, come è giusto che sia, devono essere celebrati. Ma devo essere citati anche quando vanno male. E non dire: «Mi occupo di vita reale».

 

 

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