È la Svezia il Paese europeo in cui lo smart working la fa da padrone
I Paesi nordici si dimostrano, ancora una volta, al vertice delle classifiche del lavoro agile
21/02/2024 di Enzo Boldi
Quando si parla di questioni culturali (e non solo tecniche) dietro le difficoltà di avere un libero accesso al lavoro agile, occorre tenere a mente gli esempi che arrivano dall’estero. L’Italia, infatti, è sotto la media europea per quel che riguarda gli smart worker, in una classifica guidata dalla Svezia. I Paesi del Nord Europa, infatti, sono al vertice delle graduatorie che forniscono la fotografia dello stato dell’arte dello smart working in Europa. E, a sorpresa, ci sono Paesi come la Spagna che fanno peggio del nostro.
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La più recente ricerca sul tema è stata effettuata da Eurostat e fa riferimento ai dati del 2022. Non si parla esplicitamente di smart working, ma di utilizzo costante delle riunioni a distanza. Dunque, non possiamo parlare prettamente ed esclusivamente di lavoro agile, anche si possiamo sicuramente concentrarci su quel principio di lavoro a distanza utilizzando mezzi digitali per rimanere connesse e proseguire nella propria attività lavorative anche al di fuori delle stanze delle aziende.
Smart working in Europa, la Svezia è in testa
Stando a questa indagine europea, nel Vecchio Continente la media delle riunioni a distanza – nel 2022 – si attesta intorno al 50%. Quindi, un meeting (o call) su due si è svolta utilizzando strumenti digitali e da remoto (da parte di almeno uno dei partecipanti).
Come si evince da questo grafico, in testa c’è la Svezia dove l’80% (o giù di lì) delle riunioni vengono effettuate da remoto. Numeri simili a quelli raccolti in Finlandia, Danimarca e Norvegia. Sotto il 70%, pur sopra la media europea, troviamo Malta, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi e Germania.
E l’Italia?
Andando a leggere i dati consolidati, fonte di questo grafico, l’Italia si trova al di sotto della media europea e non brilla per apertura culturale al principio dello smart working. Solamente il 44,3% delle riunioni avviene a distanza (o da remoto), una percentuale che ci pone alle spalle di Paesi come Slovenia ed Estonia. Dietro di noi troviamo Francia (ma siamo sullo stesso livello), Polonia, Croazia, Grecia e altri. I fanalini di coda, con dati che abbassano la media del Vecchio Continente, ci sono Ungheria e Bulgaria. E questo ultimo aspetto indica un’arretratezza nel comparto del lavoro agile in tutti i Paesi dell’Est Europa.