Apple ripristina il social network di Navalny nel suo app store russo
L'applicazione era stata rimossa in Russia lo scorso anno, dopo le pressioni del Cremlino
07/04/2022 di Enzo Boldi
Piccoli segnali che confermano l’andamento delle decisioni prese dalle grandi aziende internazionali nei confronti della Russia. Perché Apple ha deciso di ripristinare sull’app store russo un’applicazione, un social network creato negli scorsi anni da Alexei Navalny, il principale oppositore (ora in carcere) di Vladimir Putin. Da diverse ore, dunque, i cittadini di Mosca e dintorni hanno potuto effettuare il download sui proprio smartphone l’applicazione “Smart Voting”.
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A dare la notizia è stato il Washington Post, spiegando come la decisione di rimuovere l’applicazione dallo store di Apple arrivò lo scorso anno in seguito alle minacce del Cremlino. Il governo russo, infatti, aveva inviato messaggi abbastanza inequivocabili all’azienda di Cupertino e anche a Google: togliere dalla disposizione degli utenti quel social network anti-Putin, altrimenti sarebbe stato presentato un mandato di arresto per i vertici delle due aziende. Insomma, a Mosca non piaceva quella propaganda fatta dal più grande oppositore di Putin attraverso quella piattaforma digitale.
Smart Voting, Apple ripristina l’app di Navalny
Una inversione di tendenza che, inevitabilmente, deve essere letta in chiave strettamente attuale. Anche se Apple non ha risposto alle richieste di spiegazione da parte del WP e di The Verge, appare evidente – in assenza di smentita – che questa decisione sia legata a tutta quella serie di sanzioni che molte aziende multinazionali stanno infliggendo alla Russia per condannare l’invasione dell’Ucraina e la guerra. Mosse che hanno previsto l’interruzione dei rapporti commerciali e la cancellazione di molti contratti in esseri con clienti di Mosca e dintorni. E “Smart Voting”, dopo esser stata censurata, torna a essere un cavallo di Troia con cui i cittadini russi – che hanno uno scarso livello di indipendenza informativa, viste le strette e rigide maglie imposte dal Cremlino alla comunicazione (giornalistica e non solo) – possono tornare a confrontarsi condividendo notizie che, al momento, sono vietate.