Il sistema di riconoscimento facciale di Amazon non verrà fornito alla polizia a tempo indeterminato

Alla base di questa decisione c'è la mancata regolamentazione da parte del governo Usa dell'utilizzo del riconoscimento facciale da parte della polizia

19/05/2021 di Ilaria Roncone

Se prima il veto posto era della durata di un anno, adesso – allo scadere del tempo pattuito – Amazon ha deciso di impedire a tempo indeterminato l’utilizzo del suo software di riconoscimento facciale da parte della polizia. Il che vuol dire che il ban riconoscimento facciale Amazon per la polizia Usa, ipoteticamente, probabilmente non finirà tanto presto. La dichiarazione da parte del colosso è arrivata nella giornata di ieri

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Riconoscimento facciale Amazon, ban per la polizia a tempo indeterminato

A dare per prima la notizia è stata Reuters. Il ban è partito lo scorso giugno, quando Amazon ha smesso di vendere il suo sistema di riconoscimento facciale Rekognition ai dipartimenti di polizia. La scelta è avvenuta nell’ambito degli scontri tra i manifestanti e la polizia degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd, ucciso da un ufficiale di Minneapolis che ne ha causato la morte rimanendo inginocchiato sul suo collo nel corso di un arresto. La richiesta fatta per riaprire i rubinetti era chiara: regolamentare l’utilizzo di questa tecnologia da parte delle forze dell’ordine perché non fosse indiscriminata.

A un anno di distanza, a quanto pare, Amazon – che si era dichiarato pronto ad aiutare per stabilire una serie di regole da rispettare – non è soddisfatto. Nel mezzo di avvenimenti ce ne sono stati tanti, in particolare una serie di errori nel riconoscimento di sospettati di colore che hanno portato all’arresto ingiusto di persone per via delle difficoltà dei sistemi di riconoscimento facciale nell’individuarli.

No a sorveglianza di massa e violazione dei diritti fondamentali

Amazon come l’Europa, in sostanza, poiché il ban sull’utilizzo della sua tecnologia di riconoscimento facciale è basato sulla condanna dell’utilizzo «per la sorveglianza di massa, la profilazione razziale o le violazioni dei diritti umani fondamentali e della libertà». La mancata approvazione di norme federali in merito – con solo un paio di leggi statali che ne limitano l’utilizzo – ha condotto Amazon al ban a tempo indeterminato, incontrando il favore dell’American Civil Liberties Union (uno dei tanti gruppi che protegge i diritti civili delle persone e che da sempre critica Rekognition).

Il passo successivo, secondo il vicedirettore Nathan Freed Wessler, è che «l’amministrazione Biden e le legislature in tutto il paese proteggano ulteriormente le comunità dai pericoli di questa tecnologia ponendo fine al suo utilizzo da parte delle forze dell’ordine indipendentemente dall’azienda che la vende». Un passo fatto prima da Amazon e poi dal governo, dunque, che denota – ancora una volta – quanto l’azione delle grandi aziende private possa influenzare o anticipare quello che dovrebbero fare i dirigenti dei paesi.

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