L’AI di Showrunner: tra la legislazione e la monetizzazione (sui social)
Questo strumento che potrebbe abbattersi sul mondo della produzione cinematografica deve rispettare alcune regole
14/06/2024 di Enzo Boldi

Si parte dalla legislazione Europea sull’intelligenza artificiale, per poi arrivare al documenti che ha concluso lo sciopero (durato ben 118 giorni) di Hollywood. Per poi arrivare all’opportunità di monetizzare (a livello social) attraverso la realizzazione e condivisione di questi contenuti sulla piattaforma. Sono molti i punti interrogativi rispetto al lancio di Showrunner, la piattaforma-strumento AI che consente di generare video (anche fino a 20 minuti, per ora) inserendo un prompt tra le 15 e le 20 parole.
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Iniziamo dal punto di vista normativo. Citiamo, per esempio, l’AI Act che prevede – tra le tante novità – l’obbligo di trasparenza. Anche per quel che riguarda la produzione e diffusione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Dunque, ogni video (in questo caso) realizzato con il prodotto sviluppato da The Simulation (ex Fable Studios) dovrà essere etichettato, chiaramente, come frutto dell’utilizzo di un LLM. Ma non c’è solo questo: occorre tenere a mente anche la questione della tutela del diritto d’autore. Il fondatore e CEO dell’azienda che ha sede – e non sembra essere un caso – a San Francisco, ha risposto in modo un po’ evasivo alla domanda posta dal The Hollywood Reporter: il sistema, secondo la sua versione dei fatti, è addestrato su un dataset pubblico. Nella stessa intervista, però, ha spostato il mirino parlando del concetto di proprietà intellettuale di un’opera: «Ciò che conta per me è se il risultato è originale e che il contenuto è ciò che deciderà se la tecnologia vale la pena». Dunque, su questo punto occorreranno degli approfondimenti da parte delle autorità deputate.
Il manifesto dello sciopero di Hollywood
L’altro aspetto da analizzare riguarda quel che è uscito fuori al termine del lungo braccio di ferro conosciuto come “Sciopero di Hollywood”. Tra i temi portati al centro delle contestazioni nei confronti degli Studios, c’era anche quello relativo all’utilizzo di tecnologie AI nel mondo del cinema. Nel documento di sintesi dell’accordo, quello che ha posto fine alla mobilitazione dopo 118 giorni, si fa riferimento anche a un’intesa su questo tema. Si parla di trasparenza nelle comunicazioni con sceneggiatori e attori sull’utilizzo di intelligenza artificiale, nel rispetto del diritto d’autore e della trasparenza (attraverso un modulo di consenso). Stesso discorso deve essere fatto per la creazione del materiale (anche di “scena”): deve essere annunciato l’utilizzo di strumenti AI e il produttore deve ottenere il consenso a livello di tutela della proprietà individuale.
Showrunner e la monetizzazione social
Arriviamo all’ultimo punto: cosa ci si può fare con i contenuti generati da un “autore” su Showrunner? La piattaforma di The Simulation dovrebbe essere il punto finale (non a caso, gli stessi dirigenti hanno come obiettivo quello di diventare la “Netflix dell’AI). Ma quegli stessi contenuti, potrebbero anche uscire da quel luogo digitale, diventando strumenti per monetizzare attraverso la pubblicazione su social come Instagram e TikTok (oltre a Facebook). Parliamo di piattaforme che hanno – col passare del tempo – abbattuto i limiti temporali dei video condivisi, aprendo le porte a soluzioni come queste. Dunque, si potrà monetizzare realmente? La risposta del Ceo di The Simulation che abbiamo citato sopra («Ciò che conta per me è se il risultato è originale») fa capire come la proprietà intellettuale di un cortometraggio realizzato con questo strumento AI è di chi ha inserito i prompt. Dunque, potrà farci quel che vuole. Anche esportali su altre piattaforme per monetizzare.