Showrunner è l’AI che si sta per abbattere sul mondo del cinema

Al momento, riesce a generare dei corti di animazione a partire da un prompt. Ma i margini di miglioramento sono enormi: è un nuovo campanello d'allarme per il mondo del cinema

14/06/2024 di Gianmichele Laino

È un prodotto realizzato da The Simulation (precedentemente nota come Fable Studio). È un prodotto che mostra, sin da subito, le sue potenzialità nei cortometraggi d’animazione. È un prodotto che farà nuovamente scattare sull’attenti tutte le maestranze del mondo del cinema. Stiamo parlando di Showrunner, il nuovo sistema in grado di generare, attraverso l’intelligenza artificiale, un cortometraggio dall’inizio alla fine, partendo semplicemente da un prompt descrittivo. Nonostante le proteste di Hollywood, nonostante la regolamentazione europea sul rapporto tra diritto d’autore e intelligenza artificiale (venuta alla luce con l’AI Act), i rischi legati a questa nuova tecnologia per le arti visive e le opere d’ingegno non sembrano affatto essere circoscritti.

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Cos’è Showrunner e perché sta mettendo in guardia tutti coloro che operano nel mondo del cinema

In base alle premesse che si stanno disegnando con questo prodotto, la sensazione è che si abbia soltanto una speranza: quella sorta di maledizione che si abbatte su chiunque provi a realizzare – dichiarandolo pubblicamente – la Netflix di qualcosa. In questo paragone azzardato, infatti, si è recentemente lanciato il CEO di Fable Studio, Edward Saatchi, che ha appunto presentato il progetto Showrunner come la Netflix dell’intelligenza artificiale. 

Bisogna dare un contesto e una cornice a questa spiegazione, perché altrimenti si rischia di restare troppo in superficie. Come abbiamo detto più volte, esaminando casi simili in passato, il mondo del cinema è sempre più oggetto di studio da parte delle aziende che si occupano di intelligenza artificiale. Basti pensare a Sora, il prodotto che mette a disposizione di chiunque dei mezzi per poter realizzare realistiche scene cinematografiche, magari da integrare nella realizzazione di una pellicola. Tuttavia, lo scarto che fa Showrunner è di un’altra pasta: non si limita, infatti, a essere prodotto, ma ambisce a diventare piattaforma, in modo tale da coinvolgere gli utenti.

Showrunner, infatti, mette a disposizione la sua tecnologia per realizzare dei cortometraggi d’animazione, ma permetterà agli utenti di riprodurre il catalogo di tutti i cortometraggi che verranno realizzati e, addirittura, di monetizzare su quelli di maggiore successo. Insomma, chiunque si iscriva a Showrunner non sarà soltanto fruitore passivo o utente tecnico di un prodotto di intelligenza artificiale, ma sarà anche content creator, godendo della possibilità di ottenere del guadagno dalle proprie idee. La logica di Showrunner, insomma, è quella di trovare dei veri e propri “prompt manager”, ovvero persone che – a partire da poche righe descrittive – riusciranno a dare le indicazioni più di dettaglio e più precise per far sì che l’AI realizzi un prodotto di una maggiore qualità. E incentiva questa sua ricerca attraverso la monetizzazione.

Queste, almeno, le premesse. Al momento, infatti, l’accesso a Showrunner è piuttosto limitato: ci sono 50mila utenti in lista d’attesa e molte funzionalità – tra cui le transizioni e gli effetti sonori – non sono attualmente a disposizione. Ma le premesse vanno in una direzione molto precisa.

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