La petizione per chiedere lo sgombero di CasaPound ha raggiunto le 100mila firme

11/07/2019 di Enzo Boldi

Quota 100(mila). La petizione online lanciata da Insieme In Rete lo scorso 24 giugno ha già raggiunto numeri impressionanti: oltre 100mila persone hanno firmato su change.org per chiedere lo sgombero CasaPound dalla palazzina di via Napoleone III (a Roma) occupata da diversi anni. Una cifra impressionante che mostra come molti italiani ritengano illegittima l’occupazione di quello stabile da parte del movimento di estrema destra che, nelle ultime settimane, ha anche annunciato il sui disimpegno politico per occuparsi solo di ‘cultura’.

La petizione per lo sgombero CasaPound ha ottenuto in meno di un mese un riscontro eccezionale, anche grazie all’appoggio di diverse personalità (prima tra tutte a scrittrice Michela Murgia) e di realtà che sui social hanno sempre fatto sentire la loro voce contro l’imperversare vento dell’estrema destra neo-fascista che, negli ultimi anni, sta sferzando l’Italia.

 

Il successo della petizione per lo sgombero CasaPound

La petizione proposta da Insieme in Rete è un primo passo che ha un valore simbolico, anche se la politica e le stanze del potere continuano a rimandare le operazioni di sgombero CasaPound dal palazzo occupato. Virginia Raggi ha provato a lasciare un segno, dando il via all’ipotesi della rimozione della scritta (abusiva anch’essa) sulla facciata dello stabile. Ma è ancora tutto fermo: l’edificio è occupato e la scritta marmorea CasaPound ancora è issata sulle pareti che si affacciano su via Napoleone III.

Chi deciderà?

L’auspicio è che una così ampia mobilitazione, seppur online, porti – chi ha potere decisionale – a procedere con quello che sembra ancora essere l’unico sgombero che non si può portare avanti in Italia. Non candidarsi più alle elezioni, infatti, non vuol dire non fare politica.

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