Sgarbi: “Se Zangrillo cambia idea e Berlusconi peggiora, allora ho sottovalutato il coronavirus”

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Sgarbi parla delle condizioni di Berlusconi e delle idee di Zangrillo dicendosi disposto a seguire il dietrofront di quest'ultimo

Vittorio Sgarbi vorrebbe andare a trovare l’amico Silvio Berlusconi ma deve fare il tampone prima. Nel corso di un’intervista ha ricordato i momento salienti del loro rapporto, come sono diventati amici e ha parlato di Zangrillo e del negazionismo di cui non si è negato capofila. Su Berlusconi non ha dubbi: «Silvio si rimetterà, sa di avere molti nemici e non gli darà la soddisfazione di andarsene». Continua la fede cieca per le opinioni mediche di Zangrillo: «Sono pronto a seguire Zangrillo se ha cambiato idea sul Covid».



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Sgarbi alla manifestazione No mask non c’era

Vittorio Sgarbi alla manifestazione dei No mask non c’era e ha chiarito il perché. Partiamo dal presupposto: la mascherina Vittorio Sgarbi non la mette mai, «solo se costretto, tipo in Parlamento». Sono numerose le volte in cui è stato invitato a indossarla e – negli ultimi tempi – è balzato agli onori della cronaca per la questione dell’obbligo a non porta la mascherina a Sutri. Come sindaco del paese in provincia di Viterbo Sgarbi ha reso punibile con una multi chiunque la indossi. Non ha voluto presenziare alla marcia dei No mask, però. La ragione? «Perché non ho nulla a che spartire con Pappalardo o con Forza Nuova, loro hanno un problema ideologico, io faccio una battaglia esistenziale».



Sgarbi, Berlusconi e Zangrillo: «Perché se uno è malato deve dirlo al mondo?»

Vittorio Sgarbi con Berlusconi ha un rapporto decennale, lo conosce «dal 1989». A chi gli chiede se Berlusconi contagiato dal Covid faccia crollare tutte le sue teorie sul virus Sgarbi puntualizza: «Non sono le mie teorie. Io ho seguito le tesi dei professori Zangrillo, Clementi, Gismondi, Rigoli, che affermano che la letalità è ormai quasi azzerata» e, del resto, «Briatore, Zingaretti, Ascani e tantissimi altri ci dicono che dal Covid si guarisce». Non è d’accordo nemmeno con l’idea di dire a tutti quando si è malati: «perché bisogna annunciare a tutti che si è malati? Se uno contrae l’epatite C lo rivela al mondo?». Su Berlusconi dice che – come già è stato possibile capire – il Cavaliere sta vivendo «male» il ricovero. «Aveva fatto di tutto per evitare il contagio. Poi lotterà, come sempre. Siccome sa benissimo di avere molti nemici non vuole dar loro la soddisfazione di andarsene», ha affermato Sgarbi su Berlusconi. Su Zangrillo e sul virus clinicamente poi non così morto non ha dubbi: «Se Zangrillo cambia idea, la cambio anch’io». Su Berlusconi e Briatore malati: «Se Silvio dovesse peggiorare allora vorrà dire che ho sottovalutato la cosa. Mi auguro vivamente di no».

«Non sono io che devo tutto a Berlusconi, lui deve tutto a me»

Non si risparmia nemmeno ricordi e aneddoti. «Mi fece fare “Sgarbi quotidiani”, chiedendomi soltanto di non attaccare Andrea Barbato, che conduceva la Cartolina sulla Rai. Ma non è vero che gli devo tutto: lui dipende da me non viceversa», afferma Sgarbi, sottolineando il fatto di essere stato «un precursore di Berlusconi, che mi ha seguito nelle battaglie culturali». La ragione della loro amicizia? «Amiamo entrambi la vita», afferma Sgarbi, raccontando di quella volta in cui «lo invitai a tenere la prolusione alla mostra “Con gli occhi di Caravaggio” al Museo diocesano a Milano. Arrivò all’ultimo, impreparato. Gli dissi due cose e fece un discorso meglio di uno storico dell’arte. Poi mi chiese di presentargli la bionda seduta in prima fila. Era la pornostar Vittoria Risi».



(Immagine copertina dal profilo Facebook di Sgarbi)