C’era un tempo in cui i sex workers correvano ad abbonarsi a Twitter Blue

All'inizio della campagna di abbonamenti per ottenere la spunta blu, molti creator sono stati favoriti dall'algoritmo

16/10/2023 di Enzo Boldi

Non è possibile pubblicare contenuti espliciti, ma nonostante ciò per molto tempo è stato un grande veicolo “pubblicitario” per rimandare gli utenti verso altre piattaforme dedicate. Oggi il rapporto tra i sex workers e X è completamente cambiato, nonostante moltissimi creators paghino ogni mese “l’obolo” dell’abbonamento alla versione premium (ex Twitter Blue) della piattaforma guidata da Elon Musk, anche per ottenere la famosa “spunta blu” e espandere la propria popolarità attraverso un algoritmo premiante. Eppure c’è stato un tempo, solo qualche mese fa, in cui il paradigma raccontava l’esatto contrario.

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Era il mese di maggio. Sull’allora Twitter era stata introdotta da poche settimane la “campagna di abbonamento” per ottenere – tra i tanti privilegi – anche quella certificazione legata ai cosiddetti “profili verificati”. Un simbolo a pagamento che comportava anche una maggiore visibilità all’interno del feed dei “Per te”, ovvero tutti quei contenuti segnalati dall’algoritmo anche se non provenienti da account “seguiti”. Questa dinamica, di fatto, rappresentava un aspetto premiante per tutti coloro i quali decidevano di spendere gli 8 dollari al mese (questo il tariffario attuale) per aderire al programma.

Sex workers e X, cosa è cambiato negli ultimi mesi

Perché i sex workers erano corsi ad abbonarsi a Twitter Blue non appena inserita questa possibilità? Partiamo di un aspetto che pone le sue basi nelle dinamiche del mercato dei contenuti pornografici online: negli ultimi anni, l’amatorialità è diventato uno dei fenomeni più ricercati nel settore e piattaforme come OnlyFans (ma ce ne sono molte altre del genere, come Fansly) hanno consentito a chiunque di diventare un lavoratore del sesso. Queste piattaforme non erano conosciutissime, ma anche grazie alla possibilità di utilizzare social (come X, che in passato non ha mai rappresentato un limite per i contenuti multimediali per adulti, purché non espliciti), moltissimi creators hanno sfruttato il “premio” di visibilità dell’algoritmo per far circolare il proprio nome.

Pagare per l’algoritmo

Ma la questione non è solamente la “spunta blu” che, fin dalla modifica dell’aprile del 2023, si è trasformata da elemento distintivo tra un profilo base e uno “affidabile” a un simbolo di chi decide di pagare un abbonamento alla piattaforma di Elon Musk. Perché sottoscrivendo quella che oggi si chiama “X Premium“, l’utente è in grado di sfruttare al meglio gli algoritmi del social network. All’interno della scheda informativa, infatti, emergono questi dettagli relativi agli abbonati:

  • Priorità in conversazioni e ricerche: i post con cui interagisci verranno messi leggermente più in evidenza. Inoltre, le tue risposte verranno messe in evidenza, tanto da apparire quasi in cima. Gli abbonati verranno mostrate nella scheda Verifica (che trovi aprendo la scheda delle notifiche dagli altri utenti), così le risposte, le menzioni e le interazioni dagli abbonati a Premium saranno in primo piano.

Di fatto, anche se non dichiarato esplicitamente, i post (ex tweet) pubblicati dagli utenti verificati (quindi abbonati) hanno una rilevanza maggiore all’interno del feed algoritmico. Dunque, è più facile ottenere visualizzazioni e “farsi conoscere”. O, almeno, lo era fino a qualche settimana fa. Il paradigma nel rapporto tra i sex workers e X sembra essere cambiato, con l’avvio – da parte della piattaforma – di una campagna di limitazione dei contenuti “sensibili”.

 

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