Se Meluzzi ha ragione sul finto vaccino, perché non fa nomi e cognomi?

È arrivato il momento di pretendere la verità quando si condividono pubblicamente notizie e illazioni di questo tipo, con in ballo la salute di miliardi di persone. E, invece, ancora una volta il fenomeno del "mio cugino mi ha detto che" corre imperante sulla rete. Se si è certi di quel che si dice, perché non sporgere denuncia alle autorità? Perché non fornire date, luogo e protagonisti?

22/08/2021 di Enzo Boldi

Ogni persona è responsabili di quel che dice, ma quando c’è di mezzo la salute pubblica non si deve scherzare. Tra i personaggi in cerca d’autore durante questa pandemia troviamo – ancora una volta – Alessandro Meluzzi. Lo psichiatra – ex deputato e senatore Forza Italia, nonché (citiamo la sua stessa definizione)  primate, metropolita e arcivescovo della neocostituita Chiesa ortodossa italiana autocefala – ha detto di aver ricevuto la proposta di “immunizzazione” con un finto vaccino. E ha sostenuto che questa pratica sia molto diffusa nei personaggi di una “certa sfera” (insomma, nell’élite mondiale) di cui lui farebbe parte. Ovviamente non ha dato altre indicazioni, ma il pubblico no vax (e sovranista) è andato in visibilio sui social.

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«Io posso dirvi una cosa – esordisce Alessandro Meluzzi -. Sicuramente buona parte di quelli che si sono vaccinati da una certa sfera in avanti hanno fatto dei falsi vaccini. Questo ve lo certifico perché l’han proposto anche a me. Ve lo giuro, ma velo giuro su mia figlia che è la persona, insieme a mia moglie, più cara che ho» Insomma, lo giura e prosegue: «L’unica ragione per cui non l’ho fatto, in questi ambienti piuttosto importanti in cui me l’han proposto è stato una…». Poi si ferma e prosegue: «Sapete qual è stata la mia risposta che mi ha fatto passare definitivamente per pazzo? Perché non voglio sporcare il mio karma. Capito? E mi è sembrata una cosa che oggi mi dà il coraggio, la voglia e il desiderio di essere ancora qui a lottare e non di essere nascosto in una cantina come un sorcio». Il tutto, ovviamente, per far passare il messaggio che i vaccini non siano sicuri e quindi i “facoltosi” (non solo economicamente) sanno bene che non funzionano e quindi non lo ricevono (se non per finta).

Meluzzi e la storia dei “falsi vaccini” alle élite

Nessun riferimento, nessun nome o cognome. Nessuna denuncia alle autorità competenti. Eppure, da come ne parla Meluzzi, sembra un qualcosa avvenuto non di recente, ma ha scelto proprio il palco di una manifestazione anti-vaccinista per raccontare questa tremenda storia. Il tutto senza onere della prova. Perché quel che dice lo psichiatra, ospite fisso dei salotti televisivi Mediaset, è privo di qualsiasi riferimento che permetta la verifica della sua affermazione. Ma tanto basta per ottenere la standing ovation dei No Vax.

Oltre a auto-eleggersi come cittadino d’élite – tutto in linea con il personaggio che ha fondato una sua Chiesa, una sua fede e si è auto-proclamato arcivescovo -, le parole di Meluzzi sono completamente prive di contesto. E la sua storia parla per sé. Come quando condivise sui social la storia della ‘messinscena’ dell’uccisione di George Floyd (ovviamente era una bufala) o come quando disse che dietro all’idrossiclorochina ci fosse un complotto per non pubblicizzarla perché costava poco (anche in questo caso era una fake news). E chi glielo aveva detto? “Gli amici russi“. Insomma, come il fenomeno del “mio cugino” sui social. O del “amico di un mio amico mi ha detto”. O ancora, “le alte sfere”. La moda del “non cielo dicono” che piace tanto ai complottisti sui social. Bene, ora che lo psichiatra ce lo ha detto, gradiremmo l’onere della prova (che spetta a chi riporta queste informazioni), facendo una denuncia alle autorità competenti, portando prove a sostegno di questa narrazione e facendo i nomi e cognomi dei personaggi coinvolti. Altrimenti è solo fuffa per ottenere un posto in Paradiso.

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