Meluzzi e il complotto dell’idrossiclorochina non pubblicizzata perché costa poco: «Funziona, me l’hanno detto gli amici russi»

31/03/2020 di Enzo Boldi

Il complottismo è la tomba della razionalità. Sta di fatto che la televisione ospita, sempre più spesso, personaggi che strizzano l’occhio a quello che sul web viene definito il ‘non cielo dicono’. L’ultimo caso è quello di Alessandro Meluzzi, noto psichiatra criminologo e più volte ospite delle trasmissioni Mediaset – fissa la sua presenza, per esempio, a Quarto Grado -, che a Stasera Italia ha lanciato una vera accusa al governo e all’Aifa sul mancato utilizzo dell’idrossiclorochina per curare il Coronavirus.

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«Ricordatevi che c’è un farmaco, che costa sei euro a scatola, che è un salvavita formidabile. E questo è ormai accreditato, questo l’ho saputo dagli amici russi di criminologia due mesi fa, i francesi lo stanno utilizzando. Qui lo si utilizza poco, inseguendo altre vie, perché costa troppo poco. Perché è un farmaco fuori mercato. Ed è l’idrossiclorochina, lo sapete tutti. È un farmaco comprovatamente efficace che costa niente. Questa sarà una delle poche ragioni per cui non sarà propagandato. Ma io mi assumo la responsabilità di dirlo a 60 milioni di persone». Parole di un medico, come sottolinea Barbara Palombelli.

Cos’è l’idrossiclorochina di cui parla Meluzzi

Dell’idrossiclorochina ne abbiamo parlato nella giornata di lunedì. Si tratta di quella che, con nome commerciale, è meglio nota come Plaquenil. Come spiegato da Roberto Burioni, è un farmaco antimalarico utilizzato nel passato – da circa 70 anni – e testato nel 2005 anche sulla Sars. In Francia le sperimentazioni sono andate in una direzione molto positiva ed è stato deciso di adottarlo nei trattamenti contro il Coronavirus. In Italia sono stati effettuati test in laboratorio – quello reso pubblico fa riferimento al San Raffaele di Milano -, mostrando come la reazione cellulare si sia avuta non nel trattamento del Covid-19, ma solamente con un percorso pre e post infezione.

Quel che Meluzzi (forse) non sa

Se Meluzzi sostiene che dell’idrossiclorochina non si parli in Italia perché «costa troppo poco» – alludendo a speculazioni sul mercato farmaceutico – allora dovrebbe rileggere la Gazzetta Ufficiale del 17 marzo scorso. Nel documento, infatti, si parla anche dell’idrossiclorochina come medicinale autorizzato per il trattamento dell’infezione da Coronavirus (e a spese del Servizio Sanitario Nazionale). Non c’era bisogno di chiedere agli amici russi.

(foto di copertina: da Stasera Italia, Rete 4)

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