La consapevolezza nelle scuole italiane sugli Hikikomori

Secondo le analisi sul fenomeno che sono state portate avanti, c'è un collegamento tra gli hikikomori e la dispersione scolastica

10/11/2023 di Gianmichele Laino

Non c’è questione giovanile che non passi dai banchi di scuola. Gli hikikomori, la cui presenza in Italia si è sicuramente accentuata dopo il periodo dei lockdown pandemici, hanno un’età ben definita e – nella maggior parte dei casi – si tratta di età scolare. Per questo motivo, il ruolo educativo degli istituti di ogni ordine e grado, nel nostro Paese, dovrebbe essere fondamentale nella gestione di chi non riesce a uscire di casa, di chi non riesce a distaccarsi da uno schermo, di chi non riesce ad avere delle interazioni sociali tipiche per quell’età. Il sondaggio e lo studio effettuato da ESPAD Italia 2021 ha posto l’accento sul rapporto tra scuola e hikikomori, soprattutto relativamente alla consapevolezza degli educatori sulla portata del fenomeno.

LEGGI ANCHE > I segnali di una possibile condizione di hikikomori

Scuola e hikikomori, l’analisi nello studio ESPAD Italia

Nel periodo immediatamente successivo alla pandemia di corona virus è stato praticamente un problema comune per le scuole italiane (oltre l’80% dei presidi ha risposto in questo modo) il fenomeno dell’abbandono scolastico. Tra l’altro, c’è una consapevolezza – anche se più contenuta – legata al problema dell’isolamento sociale (26,7% delle risposte). È vero che le scuole prevedono anche dei piani di recupero degli studenti che abbandonano, ma è altrettanto vero che questi ultimi, spesso, si scontrano con dei metodi piuttosto superati di recupero scolastico. Oggi, con l’avanzamento delle tecnologie e con l’evoluzione digitale, c’è bisogno che la scuola trovi altre risposte.

Da questo punto di vista, forse, si avvicina di più all’obiettivo il piano o patto formativo che disciplina il recupero dei soggetti con certificazione di ritiro sociale, base della definizione di hikikomori (19,6% delle scuole). Tra queste, il 36,5% ha previsto delle specifiche attività. A volte, alcune scuole prevedono delle attività di recupero extrascolastiche o delle relazioni dirette con i genitori e le famiglie.

Anche dal punto di vista degli studenti c’è una consapevolezza della propria condizione: chi afferma di non avere relazioni positive con i compagni di classe sostiene che la causa possa oscillare tra il proprio comportamento, la propria timidezza, l’aspetto fisico, interessi e hobby, il proprio peso. Il 16,8% dei ragazzi in età scolare esce una volta a settimana o meno, mentre il 5,6% ha affermato di non uscire mai dalla propria stanza, in particolare i ragazzi. Si tratta ancora di una minoranza, ma il fenomeno è presente ed è anche preoccupante. È opportuno che le istituzioni scolastiche possano trovare un argine rispetto a tutto questo.

 

Share this article
TAGS