Il caso delle «300mila schede elettorali sparite» negli Stati Uniti

Ricostruiamo la vicenda e gli effetti che potrebbe avere sul voto americano

07/11/2020 di Enzo Boldi

Houston, abbiamo un problema. Dagli Stati Uniti arriva la notizia, confermata anche dai vertici del servizio postale americano, di 300mila schede elettorali sparite. Si tratta di un numero elevato, seppur percentualmente esiguo (vista l’alta partecipazione) di voti arrivati per corrispondenza da diversi Stati USA. Le Poste hanno spiegato cosa è accaduto, sottolineando però come non si tratti di voti non conteggiati (anche se dovranno essere effettuate verifiche accurate), ma di una mancata scannerizzazione in uscita che, dunque, le ha rese non contate nel computo totale. Ma tutto questo può influenzare l’esito finale dell’elezione del nuovo Presidente?

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La Poste USA hanno spiegato che non si tratta di schede elettorali sparite ma che «l’affermazione che ci siano schede non scrutinate rimaste nella rete postale non è accurata». Secondo il comunicato riportato dal Washington Post, i vertici del servizio postale americano hanno sottolineato come si sia perso il tracciamento in uscita a causa della consegna a mano avvenuta presso gli uffici elettorali, senza la scannerizzazione in uscita dai centri postali. Stessa tesi sostenuta anche dal Presidente del sindacato dei lavoratori delle Poste negli Stati Uniti. Una versione a cui molti cittadini non stanno credendo.

Schede elettorali sparite, la storia che arriva dagli Stati Uniti

Quei 300mila voti, dunque, sarebbero stati scrutinati anche se non vi è la traccia tecnologica delle loro uscita dagli uffici postali. Una questione che denota anche la difficoltà del sistema postale americano nell’affrontare un evento epocale come le elezioni e il voto per corrispondenza che quest’anno, anche a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid, ha coinvolto tantissimi cittadini.

Cambia qualcosa per l’epilogo finale?

Ma l’aspetto più delicato è il riflesso di questa storia delle schede elettorali sparite sul risultato finale delle Presidenziali 2020. Nello scenario peggiore, cioè quello in cui quei voti siano andati realmente persi, Il Post ci fornisce alcuni dati su cosa potrebbe accadere alla fine dello scrutinio. Citando il Washington Post, anche in caso di schede andate perdute l’esito finale non dovrebbe cambiare. Ecco i motivi:

  • 81mila delle schede ‘andate perdute’ arriverebbero dagli Stati ancora in bilico;
  • Nei due Stati in cui si è registrata la dispersione maggiore, in California e Utah (nel primo ha vinto Biden, nel secondo ha vinto Trump) non si colmerebbe il distacco tra i due candidati;
  • In Michigan e Pennsylvania il vantaggio di Biden su Trump è superiore al conteggio dei voti ‘spariti’ in quelle zone.

L’unico caso a rischio, dunque, sarebbe la Georgia dove ballano – al momento – circa 72oo voti di vantaggio per Biden su Trump. E in questo Stato (che vale 16 grandi elettori) sembrano che le schede elettorali sparite siano 6.624. Ma con gli altri risultati in Pennsylvania, Nevada e Michigan, Biden sarebbe comunque Presidente. Tutta questa vicenda, però, mette in evidenza le criticità di un sistema che non è stato rafforzato e non ha saputo rispondere al 100% alle esigenze degli americani in un periodo di pandemia.

(foto di copertina: da Pexels)

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