Salvini attacca il «capopesce» Mattia Santori per ‘la brutta figura di ieri sera’ a Napoli

19/02/2020 di Redazione

Mattia Santori, leader delle Sardine, era andato a Napoli sperando di trovare un terreno favorevole per il confronto diretto con Matteo Salvini, anche lui in visita al capoluogo partenopeo. In realtà, lo stesso Mattia Santori è stato contestato in piazza, da alcuni esponenti dei centri sociali napoletani, molto attivi dal punto di vista politico sul territorio, zoccolo duro dell’elettorato del sindaco Luigi De Magistris, parte attiva del processo che ha portato alla formazione del partito politico Potere al Popolo.

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Santori capopesce, l’offesa di Matteo Salvini

L’episodio – ripreso anche da alcune telecamere – non è sfuggito allo stesso leader della Lega che ha cercato immediatamente di portare acqua al proprio mulino attraverso la puntuale presa in giro denigratoria dello stesso Mattia Santori, definito – con un sottotitolo al vetriolo inserito ne video pubblicato sui suoi account social – un «capopesce».

Matteo Salvini ha fatto proprie alcune parole di manifestanti che hanno chiesto un confronto con Mattia Santori delle sardine. «Se ti fai le foto con Benetton e Toscani, questi sono i risultati» – ha scritto Matteo Salvini sui social network. L’attacco è diretto, anche se non sembra opportuno che un leader politico di un partito strutturato abbia messo nel mirino il fondatore di un movimento partito dal basso e che, per sua stessa ammissione, non ha al momento intenzione di capitalizzare – attraverso un proprio simbolo – il grande successo ottenuto nelle piazze.

Le sardine a Napoli e la definizione di Santori capopesce fatta da Salvini

Fatto sta che, citando la canzone di Morgan e Bugo – modificata dallo stesso cantautore nella penultima serata del Festival di Sanremo -, quella di Mattia Santori può essere definita «la sua brutta figura di ieri sera». Anche perché la partecipazione al flash mob delle sardine non è stata oceanica come le precedenti manifestazioni. La sensazione è che il movimento chiami in piazza le persone soltanto in prossimità degli appuntamenti elettorali. Il tentativo di proporsi come interlocutore politico (sta succedendo sempre più spesso all’interno dei talk show politici, ad esempio) sembra non portare frutti particolarmente positivi.

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