Salvini rivendica l’uso esclusivo dei simboli religiosi

Due tweet nel giro di poche ore. Nel primo si criticano le persone che, manifestando contro di lui, hanno invocato alcuni passi del Vangelo per ricordare a tutti come la religione cattolica si fondi sui principi dell’accoglienza; nel secondo, invece, si difende il presepe e si bacia il crocifisso in favore di telecamera. Due post, pubblicati nella giornata di giovedì 12 dicembre, che confermano la tendenza di Matteo Salvini a rivendicare l’utilizzo esclusivo di simboli religiosi. Oltretutto per scopi propagandistici.

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Alle ore 17.31, il leader della Lega ha pubblicato sul proprio profilo Twitter un video della manifestazione contro di lui in Calabria. «I “Kompagni” a Vibo Valentia – ha scritto Matteo Salvini (o chi cura la sua comunicazione sui social, con toni sempre più aggressivi) – invocano il Vangelo per giustificare l’apertura dei porti… mi fate schifo! Il 26 gennaio, nonostante le minacce e gli insulti della sinistra, vinceremo per i calabresi».

Salvini e l’esclusività dei simboli religiosi

Insomma, invocare il Vangelo per ricordare come uno dei fondamenti della religione cattolica sia l’accoglienza, «fa schifo» al leader della Lega. Poi quell’utilizzo di simboli religiosi – non per fare propaganda in questo caso – a lui è sempre stato sconosciuto e inviso, no? Ironia a parte, venti minuti dopo (20 minuti dopo!) è lo stesso leader della Lega a fare la stessa (ennesima) ostentazione.

Il bacio al crocifisso in favore di telecamera

In favore di telecamera, infatti, Matteo Salvini ha posato davanti a un presepe. Poi, brandendo un crocifisso, chiede di mettersi in posa per la fotografia mentre è intento a baciarlo. Coerenza, questa sconosciuta.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Matteo Salvini)

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