Salvini è distrutto dai selfie bombing | VIDEO

Chi di selfie ferisce, di selfie perisce. Negli ultimi mesi, durante i moltissimi comizi elettorali che l’hanno visto grande protagonista in giro per le piazze di tutta Italia, da Nord a Sud, Matteo Salvini è stato più volte vittima dei cosiddetti selfie bombing: persone vanno al suo fianco chiedendo al ministro di scattarsi una foto ricordo e poi gli ricordano in faccia le vecchie ‘battute’ fatte quando la Lega si chiamava Lega Nord e mal sopportava l’idea di dividere l’italianità con la gente del meridione. L’ultimi episodio della lunga saga è avvenuto a Lecce e il leader del Carroccio è apparso devastato da tutto ciò.

Il ministro dell’Interno era in visita nella cittadina pugliese, dove è stato accolto da un folto plotone di suoi sostenitori e da alcuni contestatori che lo hanno fischiato durante l’intero comizio. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco e, come già accaduto per la prima volta a metà febbraio a Ozieri (in provincia di Sassari) un giovane si è avvicinato a lui chiedendo una foto, poi altri eventi simili, come quello di Salerno. Lui, con tutta la disponibilità che ha sempre mostrato in queste occasioni, ha ovviamente accettato. Pochi istanti dopo, però, si è reso conto di essere di nuovo protagonista del Salvini selfie bombing.

Salvini selfie bombing, la saga continua a Lecce

 

Il leader della Lega risponde ala richiesta del giovane di Lecce con un sorriso, ma poi la doccia fredda: «Non siamo più terroni di merda, eh?». Un grande classico. Il volto del ministro è tutto un programma, tra il deluso, il devastato e l’uomo che non ce la fa più a esser vittima del Salvini selfie bombing.

La protesta civile

In fondo, seppur sia diventato un grande classico, la protesta dei selfie bombing appare un’arma civilissima di contestazione nei confronti di Matteo Salvini. Il tema non sono tanto le sue attuali idee politiche – per quello ci sono state altre proteste di piazza nella stessa Lecce quest’oggi – ma il percorso che l’ha portato a diventare ‘grande’. Da piccolo e sbarbato insultava il Sud con cori e parole irripetibili, da segretario (ora) percorre l’intero stivale per catturare voti, come se il passato non contasse. Ma i vecchi comizi sono per sempre, come i selfie ricordo.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Daniele Cinà)

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