Salvini a Otto e Mezzo: «Il Movimento 5 Stelle? Incapaci che dicevano sempre no. Anche Di Maio»

01/10/2019 di Enzo Boldi

Matteo Salvini arriva negli studi di Otto e Mezzo e Lilli Gruber lo punzecchia sulla sua dichiarazione di piazza di qualche giorno fa, quando il senatore e segretario della Lega aveva ironizzato sulla trasmissione in onda su La7 definendola «la meno faziosa della storia». L’argomento è stato chiuso con una risata pungente come i «ma noi ci vogliamo bene» pronunciati da entrambi. Poi è iniziato il dibattito vero e proprio.

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Come ovvio, essendo nel bel mezzo di una campagna elettorale ad hoc per le Regionali (ma con un riverbero anche a livello nazionale) Matteo Salvini è tornato a battere sugli stessi identici tasti che colpisce nel corso dei suoi comizi in piazza e delle sue dirette Facebook. L’obiettivo principale è tornato a essere l’ex alleato di governo: «Questo Esecutivo è figlio dei no dei 5 Stelle che adesso stanno venendo tutti a galla – ha detto il leader della Lega a Otto e Mezzo, su La7 -. Ho tirato per un anno, ho portato pazienza per un anno. Mi fidavo di Conte e Di Maio. Ho fatto bene? No. Preferisco passare per ingenuo che per traditore. Non potevamo andare avanti a governare con degli incapaci che dicevano solo no, dopo le elezioni europee hanno cominciato a bloccare tutto. Di Maio ha lasciato 170 crisi aziendali aperte al ministero del Lavoro e si è trasferito agli Esteri».

Matteo Salvini e la sfiducia a Virginia Raggi

Altro capitolo è quello che riguarda la gestione del comune di Roma: «Se Raggi andasse a casa domani farebbe un favore a se stessa e ai romani. La raccolta firme la faccio con tutti quelli che vogliono». Una petizione che avverrà fisicamente il prossimo 19 ottobre quando in piazza San Giovanni ci sarà la manifestazione della Lega – a cui parteciperà sicuramente anche Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia – contro il governo. Sarà quella l’occasione per raccogliere le firme per poter sfiduciare Virginia Raggi al consiglio comunale.

I migranti, l’Iva, il crocifisso e il Russiagate

Oltre ad aver ribadito il sì della Lega alla Camera per quel che riguarda il taglio dei parlamentari, Matteo Salvini ha affrontato anche il tema migranti: «Posso anche stimare Lamorgese ma se triplica gli sbarchi. Il messaggio che arriva in Libia o da dove partono i barconi è che in Italia si può sbarcare».

Il segretario del Carroccio ha poi bocciato la limitazione dell’uso del contante, ribadito la sua posizione contro Lorenzo Fioramonti sia per la tassa sulle merendine che per la rimozione dei crocifissi dalle aule e ha espresso perplessità sull’ostentata sicurezza del governo giallorosso di evitare l’aumento dell’Iva.

Infine, rispondendo a una domanda di Lilli Gruber, Matteo Salvini ha spiegato perché non si sente in dovere di dover andare in Aula e riferire sul Russiagate che, ricordiamo, vede coinvolto nell’inchiesta il suo ex consigliere e collaboratore Savoini: «C’è un’inchiesta, che secondo me finirà in niente, e io rispetto il lavoro dei magistrati. Cosa devo andare a fare in Parlamento a dire che non so nulla?».

(foto di copertina: da diretta Otto e Mezzo, su La7)

 

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